Fermo, l'appello di mamma Monica «Aspetto ancora giustizia per Chiara»

La giovane morta in un incidente
FERMO - Sono trascorsi tre anni e mezzo da quel 21 luglio 2013 che cambiò in un attimo la vita della famiglia Massi strappandole via l’unica, amatissima, figlia,...

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FERMO - Sono trascorsi tre anni e mezzo da quel 21 luglio 2013 che cambiò in un attimo la vita della famiglia Massi strappandole via l’unica, amatissima, figlia, Chiara, diciannove anni, in un incidente stradale sul lungomare Europa, a Porto Sant’Elpidio. Quarantadue mesi, 1.280 giorni che mamma Monica ha contato, attraversandoli, ad uno ad uno, cercando di lenire il peso di un dolore insopportabile.

«Quello che si passa non si può neanche raccontare, da quel giorno noi genitori siamo come morti dentro», racconta Monica. Ha avviato un cammino, la fede la supporta, la figlia la sente sempre al suo fianco. Tutti i giorni. «Chiaretta ci guida in ogni momento della giornata, non ci lascia mai soli». Però chi li ha finora, se non abbandonati, quanto meno dimenticati, è la giustizia. 
Il processo penale per la morte di Chiara che vede alla sbarra per omicidio colposo il giovane Karnjit Singh, indiano, che era alla guida dell’auto che ha urtato violentemente la moto con in sella la ragazza e quello che all’epoca era il suo fidanzato, ha fatto pochissimI passi in avanti. A tre anni e mezzo da quella tragedia che è rimasta nei ricordi di tanti visto che nello stesso pomeriggio, nel Fermano, morirono due giovanissimi (oltre a Chiara anche il sedicenne Nicolò Serroni a Porto San Giorgio, ndr), mamma Monica Ciccalè ancora deve avere risposte ai suoi tanti perché. Il processo ha fatto solo piccoli passi in avanti, collezionando (come avviene purtroppo di frequente) rinvi, intoppi di tipo burocratico, assenze, errori di notifiche. Ritardi su ritardi, vissuti ogni volta con frustrazione dalla famiglia di Chiara. Ora una nuova puntata è in programma per domani, in tribunale, a Fermo.

 Per la prima volta domani sarà in aula anche la famiglia di Chiara, in primis mamma Monica. «Ci tengo a far sapere anche al giudice  che noi ci siamo, ci siamo sempre stati- spiega Monica -, abbiamo sempre seguito, qualche volta da distante per varie vicissitudini che abbiamo avuto, il processo. E vogliamo fortemente che arrivi alla fine, ci aspettiamo dallo Stato delle risposte sulla morte di Chiara, su chi l’ha uccisa, sulle responsabilità di quell’incidente che ce l’ha portata via per sempre».   Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico