PORTO SANT'ELPIDIO - Trovato l'accordo per ristrutturare il Gigli. Niente esproprio. Il proprietario del cinema lo restaura in cambio del lotto di via Mameli...
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In compagnia della giunta al completo, di alcuni consiglieri di maggioranza, del proprietario del Gigli Aldo Moreschini e dell'architetto Alessia Maiolatesi, Franchellucci evidenzia: "Dal 2013 abbiamo cominciato a lavorare su un progetto di restauro. Abbiamo studiato ogni mossa di concerto con la Soprintendenza". Tra qualche giorno Moreschini presenterà in Comune l'istanza di permesso a costruire e, dopo la ristrutturazione, cederà al Comune la parte a uso pubblico: metà della parte Est e tutto il piano superiore. La parte Ovest del pianterreno resta a lui per uso commerciale. Saranno realizzati al massimo due negozi. Dei 564,50 metri quadri al piano terra 303 sono a uso commerciale e 261,50 a uso pubblico. Al primo piano 368,50, tutti a uso pubblico: 350 di biblioteca.
Il sindaco ha spiegato che, poche settimane dopo l'okay della Soprintendenza, Moreschini evidenziava l'intenzione di restaurare il bene di sua proprietà. L’immobiliare Azzurro di Moreschini dovrà identificare una ditta specializzata per il restauro. A fine lavori cederà al Comune le parti a destinazione pubblica. In cambio, la convenzione prevede il trasferimento del lotto di via Mameli (un milione di euro) più un conguaglio economico. Il Gigli (valore stimato dall'Agenzia del Territorio, 430 mila euro) diventerà il centro della cultura di Porto Sant'Elpidio.
Al piano terra auditorium non a poltrone fisse ma spazio open e, a corredo, una struttura di servizio. Al primo piano la biblioteca comunale potenziata. Moreschini assicura: "Prima o dopo l'estate inizieremo i lavori. L’edilizia è caduta in disgrazia ma credevo nel cinema quando l'ho comprato 12 anni fa. Roma l'abbiamo battuta più volte, la batteremo ancora". Seguirà l'assemblea pubblica per presentare il progetto. Entro il 20 maggio si dovrà approvare il bilancio di previsione. Occorre modificare il piano triennale delle opere pubbliche e cassare la cifra relativa all'esproprio.
Perché l'accordo? "Per accorciare i tempi - taglia corto il sindaco -: per acquisire la proprietà il Comune deve individuare, tramite evidenza pubblica, le ditte, poi deve attendere la copertura finanziaria. I tempi si allungano, soprattutto alla luce del nuovo codice degli appalti". E il conguaglio economico? “Non andremo a spendere più di quello che avremmo speso facendo tutto autonomamente”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico