Fim, pronto l’esposto alla Corte dei Conti: «Ora aspettiamo le firme dei cittadini»

Fim, pronto l’esposto alla Corte dei Conti: «Ora aspettiamo le firme dei cittadini»
PORTO SANT’ELPIDIO -  Il Laboratorio Civico ha pronto l’esposto alla Corte dei Conti per l’area Fim. Ora resta da vedere quanti cittadini sono interessati a...

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PORTO SANT’ELPIDIO -  Il Laboratorio Civico ha pronto l’esposto alla Corte dei Conti per l’area Fim. Ora resta da vedere quanti cittadini sono interessati a metterci la firma. L’esposto, con o senza firme aggiuntive, seguirà il suo iter. Il documento si può consultare e sottoscrivere, è a disposizione di tutti presso lo studio professionale del capogruppo Alessandro Felicioni, che lancia un movimento dal basso per fare piena luce sulla vicenda. I cittadini possono firmare per aderire alle denunce dei civici.

 
Le cifre
La sintesi delle rimostranze è presto fatta: «Ci sono 15 mila metri di terra comunale all’interno della recinzione dell’area Fim “sequestrata” dalla proprietà e in attesa di una bonifica che aspettiamo da più di 30 anni – dicono i civici –: chiediamo alla Corte dei Conti, dopo averlo inutilmente fatto nelle sedi consiliari, se tale situazione non configuri, come riteniamo, un danno per la comunità e connesse responsabilità di qualcuno. La sottoscrizione pubblica che abbiamo promosso, e replicheremo a breve per l’esposto già pronto sul cineteatro Gigli, serve come “cartina al tornasole” per capire se e in che misura i cittadini di Porto Sant’Elpidio si sentono presi in giro da questa situazione. Ovviamente il nostro esposto partirà in ogni caso ma, se accompagnato da un nutrito numero di firme, potrà avere certo un peso maggiore. Ci chiediamo quando l’amministrazione comunale prenderà finalmente atto dell’impossibilità di proseguire sul percorso iniziato e quando la smetterà di chiamare in causa altri enti (la Soprintendenza) per giustificare una situazione di stallo che è tale e solo per la propria (strumentale?) inerzia, ovvero da molto tempo prima della costituzione del vincolo sulla “cattedrale industriale”».

Il Laboratorio Civico osserva che «con i fondi del Pnrr (di cui sempre più spesso i nostri amministratori si riempiono beatamente ma inconsapevolmente la bocca) sarebbe stato possibile mettere mano, una volta per tutte, alla bonifica del sito inquinato proprio ad opera del Comune. Sarebbe bastato che il sito fosse stato considerato “orfano” ai sensi di legge, ovvero con la proprietà “impossibilitata a mettere in atto la bonifica”. Invece, proprio perché l’iter è formalmente avviato ma sostanzialmente fermo, non abbiamo potuto accedere nemmeno a questa opportunità più unica che rara».


L’interrogazione


«Tanto che, a specifica interrogazione in assise regionale sul perché nessun sito delle Marche fosse stato comunicato al ministero per l’accesso ai fondi (n.322 del 1° dicembre 2021) - rimarca - l’assessore regionale Stefano Aguzzi, in consiglio regionale lo scorso 12 gennaio 2022, dovette banalmente rispondere che le Marche non presentavano alcun sito “orfano” dato che, per tutti, erano state avviate le procedure di bonifica. Oltre al danno, la beffa».

 

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Corriere Adriatico