PORTO SANT'ELPIDIO - Depuratore, la provincia nel gennaio dell’anno scorso ha denunciato alla procura un presunto illecito amministrativo. Sarebbe stato compiuto negli anni...
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Sulla graticola è finito l'ex dirigente dei Lavori pubblici Stefano Stefoni. L'impianto di depurazione, di proprietà del comune di Porto Sant'Elpidio, serve anche Sant'Elpidio a Mare e Monte Urano ed è un impianto gestito da Tennacola. All'epoca dei fatti finiti in procura era stata approvata la variante per l'ampliamento dei lavori due volte in consiglio comunale, il carteggio era stato inviato in provincia per l'approvazione definitiva, mancava l'ultimo passaggio in consiglio. Il dirigente comunale Stefano Stefoni, pensando che si fosse concluso l'iter urbanistico, aveva autorizzato la realizzazione dell'ampliamento del depuratore. Quando la provincia sollevò il problema in procura, il dirigente produsse una memoria con la quale diceva che non c'era stato dolo, solo disguido amministrativo. Giovedì sera l'opposizione si è astenuta dal votare. Il primo ad alzare i tacchi è stato il capogruppo di Fratelli d'Italia Andrea Balestrieri. "Non ho votato - dice - perché dietro questa storia ci sono innumerevoli illeciti". Balestrieri invita "il sindaco a costituirsi parte civile nei confronti del dirigente Stefoni davanti alle competenti sedi giudiziarie". "Una grave violazione e un gravissimo abuso edilizio, l'uso pubblico è prevalente, ma ci sono gravissime responsabilità che non si possono dare per scontate" Enzo Farina, capogruppo Forza Italia. "Non si può chiedere ai consiglieri di avallare una procedura che si è dimostrata viziata" Massimo Spina, capogruppo del Movimento Cinque Stelle. Il vicesindaco Annalinda Pasquali "questo non è un voto da dare sull'operato di un dipendente comunale (vedi Stefano Stefoni, ndr) in questo momento abbiamo l'opportunità di partecipare a una votazione nella quale dichiariamo la pubblica utilità del depuratore, dall'altra mettiamo a posto gli atti dal punto di vista amministrativo, sapendo che due sono i percorsi: amministrativo e penale. Nel primo dichiariamo il depuratore un bene della collettività, il secondo è un percorso che non stiamo interrompendo e va per conto suo" Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico