PORTO SANT'ELPIDIO - “E' stata una scelta dolorosa e impopolare, ma che andava fatta”. “No, quel taglio si poteva evitare, andavano trovate soluzioni...
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"Abbiamo cercato di salvare il maggior numero di piante possibili - assicura Buono - Sono state tagliate solo quelle che, per altezza e inclinazione, presentavano il maggior rischio per l'incolumità. Il ragionamento su questo intervento parte da lontano, quando non ero ancora assessore, si è cercato insieme agli uffici di limitare al massimo i tagli. Inizialmente era previsto ad esempio l'abbattimento di una palma in via Roma, ma era leggermente più distante dalla linea ferroviaria e l'abbiamo evitato. Lo stesso vale per un'altra palma di via Mameli. Ne è stata tagliata una praticamente morta, completamente svuotata, altre due erano infestate dal punteruolo rosso, le altre erano inclinate verso i binari. Sapevamo di fare una scelta impopolare, quindi sconveniente per un amministratore, ma è stata una decisione necessaria. Per quanto riguarda i pini è sufficiente un abbassamento delle quote, quindi può bastare una potatura per mettere in sicurezza il tracciato ferroviario".
Di tutt'altro avviso Angela Serafini. "Hanno abbattuto le palme che da quasi 100 anni erano l'orgoglio del paese. Hanno messo solo un cartello di divieto di sosta per lavori. Questo per impedirci di sapere cosa sarebbe successo e di muoverci per evitarlo. Lo stesso è avvenuto per l'ex municipio. Cambiano i sindaci, ma il modo arrogante e irriverente di agire è lo stesso". La Serafini contesta la versione fornita dall'amministrazione comunale. "Un'amministrazione seria, amante della città, avrebbe dovuto avvisare per tempo i cittadini, cercare soluzioni per mettere in sicurezza le piante, evitando pericoli per la circolazione ferroviaria e si poteva fare! Il problema del punteruolo rosso era noto da anni ed è già stato affrontato con successo da altri comuni a partire da San Benedetto. Invece, nel più assoluto silenzio, l'amministrazione aveva commissionato e fatto eseguire l'abbattimento delle palme del viale". La maestra si domanda se "chi ci governa conosce il significato degli slogan di trasparenza e partecipazione che amano usare. Agiscono in modo subdolo, rapido, nascondono la verità e non vogliono ascoltare la gente, distruggendo ciò che di bello ci rimane, oltre alla nostra fiducia. La cosa assurda è che siamo noi cittadini a pagare la ditta esecutrice dei tagli. E la chiamano democrazia". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico