PORTO SAN GIORGIO - Il nonno ha raccontato la sua esperienza di vita e gli studenti hanno toccato con mano la Seconda Guerra mondiale. Sono passati quasi ottant'anni...
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“Noi, classe 3^E della scuola Media Nardi di Porto San Giorgio, insieme alla nostra professoressa di lettere Marianna Cinti, abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di poter incontrare un reduce della guerra e dei campi di concentramento, il dottor Giuseppe Mancini, nonché nonno del nostro compagno di classe Carlo Alberto. Abbiamo assistito ad uno splendido viaggio a ritroso nella storia, ci siamo fatti raccontare le brutte esperienze vissute sotto il fascismo e il nazismo e la ’fortuna’ che ha avuto nonostante abbia visto morire molti dei suoi compagni”.
“La commozione è stata tanta perché è difficile parlare di tutto quell'orrore dopo tanti anni di silenzio e anche se spesso si dice che il tempo guarisce le ferite, in questo caso, è impossibile. Ormai ultranovantenne, il nonno di Carlo, è riuscito per la prima volta a tenere un incontro che trattava l'argomento doloroso della guerra, vissuta a pieno come ragazzo diciottenne costretto ad essere soldato. Ci ha spiegato che lui, quando è stato chiamato a combattere, credeva nelle intenzioni di Mussolini anche se a quell'età non è stato facile mollare tutto, compresa la famiglia".
"Il signor Mancini è stato sempre ben attento a non trascurare il fatto che le vittime non sono state solo persone ebree ma anche malati, zingari, omosessuali, oppositori politici e ragazzi normali e che non esisteva solo Auschwitz come lager, ma tanti altri ci ha citato Bergen-Belsen, in cui lui è stato rinchiuso, Dachau, Buchenwald ed uno che i tedeschi costruirono proprio sotto gli occhi della Madonna nera di Czestochowa in Polonia, perché è importante ricordare per non dimenticare, visto che i telegiornali danno peso solo ad alcune cose. Ha concluso l'incontro con l'incoraggiamento, per noi giovani, a leggere poiché apre la mente e un popolo intelligente è più difficile da plasmare secondo un solo pensiero politico”.
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Corriere Adriatico