Addio cannelli, telline e granchi: a Porto San Giorgio battaglia degli ambientalisti per il parco marino

Addio cannelli, telline e granchi: a Porto San Giorgio battaglia degli ambientalisti per il parco marino
PORTO SAN GIORGIO - «Il parco marino fa bene all’ecosistema, invece a Porto San Giorgio sono contrari». Si sono espresse così le associazioni...

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PORTO SAN GIORGIO - «Il parco marino fa bene all’ecosistema, invece a Porto San Giorgio sono contrari». Si sono espresse così le associazioni ambientaliste del Comitato Tag Costa Mare che ieri, all’incontro sul caso presso la Società Operaia, si sono dette dispiaciute di non essere state coinvolte all’incontro con i sindaci convocato dal Comune. Vedono il parco marino come un’opportunità e non come un limite. Giuliano Malavolta, ad esempio, rinarca che «il nostro obiettivo è quello di ampliare l’area protetta non di eliminarla».

 


La battaglia

A parlare a nome di tutti è stato Luigi Silenzi: «Stigmatizziamo la posizione del Comune di Porto San Giorgio. È gravissimo convocare un incontro e non coinvolgere le associazioni su una cosa così importante. Hanno convocato i sindaci e le categorie interessate, pescatori e concessionari di spiaggia. Hanno invitato i consiglieri regionali di maggioranza per discutere del parco marino, per assumere un atteggiamento di contrarietà nei confronti della costituzione del parco da parte di Ascoli, nel tratto tra Pedaso e San Benedetto». Un altro aspetto della questione che le associazioni ritengono grave è che «Fermo e Porto San Giorgio non siano interessati al parco marino. Ancora più assurdo essere contrari».

Le leggi

Silenzi ha fatto riferimento alla direttiva dell’Unione Europea del 1992 e a quella del Parlamento di Strasburgo del 2021 che aveva approvato l’obbligo del raggiungimento entro il 2030, del 30% di parchi terrestri e del 30% di parchi marini «come sempre -ha sottolineato - l’Italia è in ritardo, essendo solo al 9,7% relativamente a queste percentuali. Il nostro mare è chiuso rispetto agli altri e avrebbe necessità di costituire un parco marino. La scienza ha indagato, sostenendo che vi sia una difficoltà reale dell’ecosistema marino, anche in termini di cattura del pesce e dell’ecosistema in generale». Silenzi, sostiene che sulla profondità del mare si è indagato poco : «Noi siamo testimoni del degrado esistente. Non ci sono più cannelli, telline, stelle marine, granchi. C’è una distruzione totale. Vale per i pesci come per altri organismi meno visibili che contribuiscono al buon funzionamento dell’ecosistema e alla depurazione delle acque». Un tempo la quantità di pesce era enorme, oggi il pescato rappresenta un terzo di allora con la conseguenza che molte specie sono sparite.

Le prospettive

«Noi sosteniamo che il parco marino sia una risorsa - ha spiegato ancora Silenzi - sia per ricostruire le condizioni ambientali per il sistema di pesca che la capacità di depurazione delle acque naturali. Non siamo contro chi lavora sul mare ma insieme a loro, alla scienza, bisogna trovare una soluzione di ecocompatibilità per la pesca, da qui a 40 anni. Nei parchi marini, realizzati nel nord Europa, la pesca ha ripreso».

Il turismo

Per Silenzi, è coinvolto anche l’aspetto turistico: «C’è il rischio -ha infatti aggiunto - che i livelli d’inquinamento siano talmente alti da vietare la balneazione, con un pericolo oggettivo anche per la nostra economia basata sulla pesca che potrebbe subire un arresto. Bisognerebbe allargare la prospettiva, invece con sorpresa, apprendiamo che sono contrari all’istituzione del parco attraverso il quale si potrebbe promuovere la città».

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Corriere Adriatico