P.S.Giorgio, tante lacrime e preghiere per l'ultimo saluto al piccolo Misaele

La bara del piccolo Misaele
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PORTO SAN GIORGIO  - Fede. Nessun’altra parola potrebbe meglio descrivere come la famiglia del piccolo Misaele sta affrontando la perdita del bimbo. Nessun’altra potrebbe meglio illustrare tutta la celebrazione del funerale del piccolo di neanche due anni, morto in casa lo scorso martedì.

La storia del bimbo ha commosso l’intera città, la sua famiglia è molto attiva nella parrocchia della Sacra Famiglia, dove fa parte del cammino neocatecumenale. «Ero solo quando è successo – ha detto il papà Renzo all’assemblea prima della celebrazione della Messa – siamo pieni di dolore, e quando è accaduto tutto sono stato colto, umanamente, da un momento di disperazione. Sempre umanamente non capivo più nulla, poi mi sono affidato alla parola di Dio che avevo ricevuto». Ad ascoltarlo, con commozione, una chiesa gremita, piena in ogni dove di giovani e meno giovani, per partecipare al dolore di papà Renzo, di mamma Rachele, dei fratellini e dei nonni. La fede forte, che sta sostenendo la famiglia, in questi giorni, è stato il filo conduttore di tutto il rito funebre. «Sono cose che sconvolgono, ma che non devono fare paura – le parole del padre del piccolo – Misaele ha solo terminato il percorso che Dio aveva previsto per lui in questa terra».
Anche le parole dei sacerdoti, molti quelli presenti alle esequie, hanno richiamato alla fede, sottolineando che ora il bimbo è accanto a Dio, e la famiglia, la parrocchia, la città intera, se si preferisce, ha un piccolo angelo a vegliare su tutti. E così, sempre grazie alla fede, nei genitori non c’è rassegnazione, si raccolgono nella preghiera, chiedendo a Cristo la forza di avere serenità, perché umanamente, non esiste consolazione, per quanto è accaduto.

E così è successo che invece di essere consolato dalla gente, sono state le parole di papà Renzo a consolare i presenti: «Non sono rassegnato perché confido in Cristo. Probabilmente questo funerale servirà anche a chi, forse lontano da Dio, vuole riavvicinarsi al Signore»
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Corriere Adriatico