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PORTO SAN GIORGIO - Tutti ne parlano, tutti vogliono realizzarle. Ma conviene davvero? E come funzionano? Le comunità energetiche sono entrate prepotentemente, negli ultimi mesi, nell’agenda delle amministrazioni pubbliche. Una scialuppa di salvataggio in un tempo di rincari folli dell’energia.
Roberto Fiorimanti è titolare della Fbr a Porto San Giorgio, azienda di consulenza specializzata nelle energie rinnovabili. Collabora con l’ingegner Matteo Sgarro, titolare di un’azienda leader nel settore delle energie rinnovabili, esperto in materia efficientamento energetico ed impegnato nel settore da oltre 20 anni.
La sensibilizzazione
«Abbiamo sensibilizzato amministrazioni comunali e soggetti privati – spiegano - prevalentemente aziende energivore, per illustrare opportunità e vantaggi degli impianti fotovoltaici e delle comunità energetiche. Partiamo da una consulenza mirata a capire i fabbisogni, segnaliamo eventuali bandi per contributi a fondo perduto o sotto forma di credito d’imposta, infine realizziamo concretamente l’impianto, oltre a fornire manutenzione costante».
La svolta
La svolta sulle comunità energetiche è arrivata negli ultimi mesi, con i fondi del Pnrr, gli incentivi e l’ampliamento di dimensioni degli impianti passati da 200 kilowatt ad un megawatt. «Questo ha reso più sostenibile la realizzazione ed ampliato la platea dei soggetti che possono far parte di una comunità energetica – continua Fiorimanti – In primis ne beneficiano Comuni e grandi aziende, ma anche tutti i partecipanti.
Le variazioni
La bolletta rimane sostanzialmente invariata, con una riduzione dei costi fissi. Parallelamente si riceve un incentivo per ogni kwh di energia autoconsumata, l’importo è variabile, in genere nell’ordine di 0,04 euro per kilowatt consumato. Tali incentivi hanno durata pari a 20 anni dalla costituzione della comunità energetica.
I tempi
E i tempi di realizzazione? «Una volta ottenute le autorizzazioni, variano a seconda della dimensione e del luogo di installazione. I componenti di un impianto fotovoltaico non sono tutti uguali. Investire su quelli di qualità garantisce produttività costante perché non degradano col tempo. La nostra azienda è fornitrice di una società che realizza pannelli anche bifacciali, producono energia anche per irraggiamento riflesso e possono rendere fino al 30% in più. Abbiamo i prodotti più innovativi sul mercato».
La comunità energetica, insomma, è una coalizione tra cittadini, attività commerciali, imprese ed enti pubblici. Si aderisce volontariamente ad un soggetto giuridico finalizzato all’autoproduzione e fornitura di energia. Il tetto ai fini dell’incentivo è di 1 megawatt per impianto, ma si possono anche realizzare più impianti di queste taglie su una stessa comunità energetica, purché realizzati sulla stessa cabina primaria. Il produttore consuma ciò di cui ha bisogno ed immette in una rete locale l’energia in esubero.
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Corriere Adriatico