Porto San Giorgio, cittadinanza onoraria alla vedova di Beni

Porto San Giorgio, cittadinanza onoraria alla vedova di Beni
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PORTO SAN GIORGIO - Si terrà oggi il consiglio comunale convocato per discutere tre punti all’ordine del giorno. In calendario è previsto che il Consiglio approvi indirizzi per l’assemblea dei soci della Ciip, prevista per il 28 aprile prossimo. Si discuterà anche di linee guida da adottare per il contenimento delle spese di personale sostenute dalla Sangiorgio Distribuzione e Servizi. 

Tra i due odg è previsto il conferimento della cittadinanza onoraria a Elena Cecchini Beni, vedova dell’appuntato dei carabinieri Alfredo Beni. Ricorre quest’anno infatti il quarantennale della morte dell’appuntato che, nella notte tra il 17 ed il 18 maggio 1977, fu coinvolto in un conflitto a fuoco con una banda di malviventi. 
In seguito alla sparatoria, durante la quale l’appuntato Beni rimase ucciso, i criminali si diedero alla fuga nelle vie della città, dirigendosi verso Civitanova Marche, uccidendo un altro militare dell’Arma e ferendone tre. Un episodio che ancora oggi, a distanza di tanto tempo, in molti ricordano come uno dei più efferati casi di cronaca nera che mai si sia registrato sul territorio.
A lui è stata dedicata una piazza, a sud città di Porto San Giorgio, poco distante dal luogo della sparatoria, nella quale c’è una lapide commemorativa, posta il 4 giugno 1978. Precedentemente, nel dicembre del 1977, Beni fu insignito di medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria, con la motivazione seguente: «Graduato capo equipaggio di unità autoradio, nottetempo, nel corso di conflitto a fuoco con malviventi, visto un sottufficiale cadere proditoriamente colpito, si slanciava, sparando, contro il feritore, attirando così sulla propria persona la di lui furia omicida. Colpito al cuore, immolava la sua ancora giovane esistenza, martire del dovere e del suo nobile altruismo. Chiaro esempio di cosciente sacrificio». All’appuntato, dal 2009, è anche intitolata la caserma dei carabinieri di Cingoli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico