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ORTEZZANO - Come porre riparo alle problematiche create all’agricoltura dalla siccità, mettendo in atto dei sistemi che possano compensare le insufficienti possibilità di irrigazione delle colture senza sprechi di una risorsa come l’acqua sempre più preziosa? Se ne è parlato in un convegno ad Ortezzano organizzato dalla Coldiretti Ascoli Fermo, coinvolgendo Regione, il Consorzio di Bonifica e la ricerca.
I dati
L’associazione degli agricoltori rileva che nelle Marche i corsi d’acqua sono tornati quasi ai livelli del 2021, l’anno peggiore dal punto di vista idrico. Gli invasi trattengono ormai solo 34 milioni di metri cubi d’acqua: un volume superiore di poco solo a quell’anno. Dopo i saluti della sindaca di Ortezzano Carla Piermarini e del presidente dell’Associazione Festa del vino Basilio Vitali, sono intervenuti Armando Marconi, presidente di Coldiretti Ascoli Fermo, Roberto Bruni, docente di Viticoltura dell’Istituto Agrario Celso Ulpiani di Ascoli, Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche e Guido Castelli, assessore regionale al Bilancio.
Le strategie
I rimedi prospettati riguardano un piano invasi e l’ammodernamento delle infrastrutture irrigue con impianti a pressione. «Non rappresentano una spesa ma un investimento perché evitano lo spreco di acqua derivante dalla dispersione, dall’evaporazione e dall’inutilizzo – dice Marconi - e consente maggiore possibilità di accumulo.
Le infrastrutture
La Coldiretti rimarca che, a livello infrastrutturale, la Valdaso necessita di un insieme di interventi che vanno dal ripristino del livello pre-terremoto della diga di Gerosa, al completamento dell’impianto a pressione in bassa valle, più precisamente da Moresco ad Altidona per la sponda a sud del fiume, e da Montefiore a Pedaso per la sponda a nord dell’Aso, per un totale di circa 9 chilometri per lato. Bruni, riguardo alla viticoltura, ha sottolineato l’importanza della micro irrigazione anche per i vigneti, mirata alle reali necessità delle piante. Poi sarà necessario, nei nuovi impianti viticoli, andare sempre più verso quelle specie più resistenti ai cambiamenti climatici.
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Corriere Adriatico