Omicidio Calcinari Processo alla badante

Omicidio Calcinari Processo alla badante
MONTE URANO - Lei, Tetiana Pivnik, badante di origini kazake, è da quasi otto mesi in carcere con un’accusa pesantissima: omicidio volontario. Ieri mattina dinanzi alla Corte...

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MONTE URANO - Lei, Tetiana Pivnik, badante di origini kazake, è da quasi otto mesi in carcere con un’accusa pesantissima: omicidio volontario. Ieri mattina dinanzi alla Corte d’Assise di Macerata si è aperto il processo che la vede alla sbarra per l’uccisione di Giovanna Calcinari, la novantaquattrenne di Monte Urano morta nella notte a cavallo tra il 20 e il 21 maggio dello scorso anno. Era la sua badante, Tetiana, e c’era solo lei in casa con Giovanna quella notte. La Procura di Fermo, dopo lo studio dei primi rilievi, ha subito concentrato i sospetti su di lei fino ad arrestarla. E’ stata lei, secondo il procuratore della Repubblica Domenico Seccia che segue in prima persona il processo, a colpire con violenza al capo l’anziana “utilizzando - si legge nel campo di imputazione - un corpo contudente, non rinvenuto sul posto, provvisto di rilievi arrotondati o smussi, cagionandole in tal modo una grave lesione lacero-escoriativa akka tempia sinistra che ne ha determinato la morte”. Nel corso della prima udienza si sono costituiti parte civile gli eredi della donna, rappresentanti dall’avvocato Giovanni Lanciotti del foro di Fermo: la figlia di Giovanna, Loretta Ficiaro, i fratelli dell’anziana Ida e Vincenzo Calcinari, e quattro nipoti ovvero Federica e Paolo Ficiaro e Daniela e Giuseppe Fortuna. Si è inoltre insediato il collegio penale presieduto da Claudio Bonifazi, affiancato da Ilaria Manpoil come giudice togato a latere e sei giudici popolari. L’udienza, dopo le formalità di rito, è stata aggiornata al 21 gennaio per l’escussione dei testimoni e dei consulenti. Il ha deciso di ammettere cinque testi per parte (Pubblico ministero, parti civili e difesa. La badante è difesa dall’avvocato Ruben Ribichini.


La morte di Giovanna Calcinari risale al maggio scorso. La badante kazaka era con lei. I carabinieri ebbero subito qualche dubbio sul ruolo di questa signora di 54 ani che assisteva l’anziana monturanese che sulle prime aveva raccontato di un gesto autolesionistico da parte della sua assistita. Poi, la seconda versione, è stata che l’anziana sarebbe caduta accidentalmente. La donna è stata in un primo momento fermata per omissione di soccorso ma con il passare delle ore e con il proseguo delle indagini il capo di imputazione è diventato molto molto più grave tanto che oggi la badante è a processo per omicidio. La prossima udienza è fissata per il 21 gennaio sempre a Macerata. Sarà un’udienza importante perché verranno sentiti tutti i testimoni che ripercorreranno i rapporti tra la badante e l’anziana e cercheranno di ricostruire, tassello dopo tassello cosa è accaduto quella notte in quella maledetta casa.

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Corriere Adriatico