POTO SAN GIORGIO - Prova la ragazza aspirante commessa ma entra l'ispettore del lavoro. Convoca in negozio una ragazza per un colloquio di lavoro. Le chiede di piegare una...
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L’antefatto è tutto nel racconto del negoziante: “Nei giorni scorsi ho ricevuto il curriculum di una ragazza intenzionata a ottenere un impiego nel nostro negozio di abbigliamento. L’ho vagliato per poi contattarla per un colloquio di lavoro. Abbiamo fissato un appuntamento per giovedì. E infatti, puntuale, la ragazza si è presentata da noi. In quel momento io non ero presente ma c’era mia moglie, assolutamente in regola, la precisazione a questo punto è d’obbligo, che, dopo aver scambiato quattro chiacchiere con la giovane, le ha chiesto di piegare una felpa. Penso sia assolutamente legittimo, per un negoziante di abbigliamento, vedere come se la cava una possibile commessa nel piegare i capi. E così la ragazza si è subito messa all’opera. Ma proprio in quel momento in negozio sono entrati due ispettori del lavoro che hanno chiesto sia a mia moglie sia alla candidata cosa stesse facendo quest’ultima. Si sono sentiti rispondere con la sacrosanta verità: colloquio di lavoro con una prova pratica. Ma non c’è stato nulla da fare. Per l’ispettorato del lavoro la candidata era a tutti gli effetti una lavoratrice in nero. Morale: ci hanno elevato due sanzioni per un totale di 4 mila euro. E se non mi fossi sbrigato a pagare una parte della multa ci avrebbero anche disposto la chiusura dell’attività”. Che per il negoziante avrebbe significato dover abbassare le serrande non solo nel suo punto vendita sul viale della Stazione ma anche in un secondo negozio a Fermo. “Non me la prendo con gli ispettori che hanno applicato la legge ma con chi non modifica la normativa che genera questi casi paradossali e ingiusti. Sanzioni da 4 mila euro, soprattutto di questi tempi di crisi, rischiano di essere letali per noi commercianti. Ho scoperto, infatti, che per la legge i colloqui di lavoro vanno tenuti fuori dal luogo di lavoro o, quantomeno, in aree riservate e non aperte al pubblico”.
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