Monterubbiano, ponte crollato La rabbia del sindaco Mircoli

Monterubbiano, ponte crollato La rabbia del sindaco Mircoli
MONTERUBBIANO -  La pazienza è finita. Il ponte sull’Aso è crollato nel dicembre 2013 e, malgrado siano passati tre anni e mezzo, ancora non si è...

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MONTERUBBIANO -  La pazienza è finita. Il ponte sull’Aso è crollato nel dicembre 2013 e, malgrado siano passati tre anni e mezzo, ancora non si è fatto nulla. Un collegamento nevralgico fra le due sponde e due province, Fermo e Ascoli, resta ancora interrotto. A protestare non è un’orda di cittadini inferociti ma il sindaco di Monterubbiano. Il ponte si trova a due passi da Rubbianello, la popolosa frazione di Monterubbiano che si è sviluppata in questi anni lungo la vallata. Ci sono aziende agricole, e non solo; numerosi residenti. Un territorio dinamico.


Maria Teresa Mircoli scrive una lettera aperta indirizzata ai presidenti delle Province di Fermo e Ascoli, ricorda l’ulteriore crollo del 2016 e i «le sollecitazioni verbali ed epistolari di questa amministrazione» finite sempre nel dimenticatoio. «Un fenomeno sconcertante e inquietante - lo definisce - che sta strapazzando i diritti della nostra popolazione e le esigenze del territorio. Le non poche promesse fatte sul cronoprogramma della ricostruzione, le risposte evasive, ma soprattutto la vera e propria violenza delle non risposte vanno oltre i limiti dell’umana tollerabilità. Fino a quando si abuserà della pazienza di una collettività legittimamente organizzata sul territorio della Repubblica quale è anche quella di Monterubbiano- Rubbianello? Fino a quando la nostra gente dovrà subire, zitta e umiliata, l’assurdo silenzio istituzionale che appare sottendere disinteresse nei confronti di chi ha lavorato sodo per costruire il proprio benessere e che ora se lo vede svanire nei meandri bui di una burocrazia senza fine, che sembra essersi impegnata nel passaggio del cerino acceso da una mano all’altra? Fino a quando si dovrà sperare che un ponte, un semplice ponte, potrà finalmente ritrovare la sua giusta collocazione?».


Mircoli chiede infine quanto tempo ancora «dovremo attendere che chi di dovere possa accorgersi che il fiume sta andando, incolpevolmente, per proprio conto, ad erodere le proprie sponde, invadendo i terreni coltivati e creando pericolo agli edifici e alle persone?». Urge una risposta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico