Montegranaro, ragazzini col cuore grande restituiscono portafoglio con 450 euro

Montegranaro, ragazzini col cuore grande restituiscono portafoglio con 450 euro
MONTEGRANARO - Trovano un portafoglio con 450 euro e lo riportano al proprietario. Protagonisti di questa storia a lieto fine due ragazzini di Montegranaro. Qualche giorno fa...

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MONTEGRANARO - Trovano un portafoglio con 450 euro e lo riportano al proprietario. Protagonisti di questa storia a lieto fine due ragazzini di Montegranaro. Qualche giorno fa Leonardo Poggi e Ludovico Trovellini, undicenni inseparabili e con la passione per il calcio, stavano tornando a casa da scuola.

Scesi dal pulmino, hanno visto a terra un portafoglio. L’hanno raccolto e, una volta aperto, si sono accorti che dentro c’erano ben 450 euro. Una bella cifra, soprattutto per due ragazzini di quell’età. Che, però, invece di tenersi i soldi e di usarli per togliersi qualche sfizio, hanno deciso di riconsegnarli. Non ci hanno pensato neanche un attimo e si sono messi alla ricerca del proprietario. Chiedendo in giro e mostrando i documenti che erano nel portafoglio, hanno scoperto dove abitava.
  
Arrivati sul posto, hanno provato a mettere il portafoglio nella cassetta della posta. Non riuscendoci, l’hanno infilato in quella della pubblicità. Poi sono tornati a casa, come nulla fosse. A rendere noto l’episodio è stata la mamma di Leonardo, Gioia Bartali, nipote del grande campione di ciclismo. «A casa – dice – c’era mio marito. Mio figlio ha raccontato l’accaduto senza enfasi. Trattandosi di una cifra importante, mio marito ha voluto sincerarsi che il portafoglio finisse nelle mani del legittimo proprietario. Così, sono tornati dove era stato messo». Quando sono arrivati, il portafoglio e il suo contenuto erano già nella mani del proprietario, avvertito dalla mamma dell’altro ragazzino. «Conosco mio figlio – continua Gioia Bartali –, è uno che mi chiede spesso i soldi per comprare quello che vuole. Ciò che mi ha veramente stupita è che, trovando una simile cifra, non abbia pensato neanche per un attimo di tenerla. Ho deciso di raccontare questa storia perché credo che possa essere di esempio, in un periodo in cui mancano esempi di questo tipo».

L’altruismo fa parte del Dna di questa famiglia. E Leonardo sembra averlo ereditato dal bisnonno Gino che, oltre a essere passato alla storia del ciclismo, durante la seconda guerra mondiale trasportò con la sua bici i documenti che aiutarono centinaia di ebrei perseguitati a mettersi al sicuro, guadagnandosi il soprannome di “postino della pace”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico