Montegranaro, dieci mosse per salvare il distretto calzaturiero del Fermano

La platea che ha seguito i lavori
MONTEGRANARO -  Per qualcuno una giornata emozionanate, per altri un punto di partenza, per altri ancora un’occasione persa, per i dipendenti della Zeis Excelsa un...

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MONTEGRANARO -  Per qualcuno una giornata emozionanate, per altri un punto di partenza, per altri ancora un’occasione persa, per i dipendenti della Zeis Excelsa un momento per esprimere il loro disagio. 

Davanti al consiglio comunale riunito in forma aperta al cineteatro La Perla per discutere la situazione del distretto calzaturiero, hanno sfilato i rappresentanti delle associazioni datoriali, sindacali, universitari e soprattutto politici. In totale una ventina di interventi ascoltati da un pubblico non numeroso, se si escludono i dipendenti della Zeis e i diretti interessati, ma di qualità.
Tutti presenti, infatti, gli attori che possono tentare di fare qualcosa per migliorare la situazione del distretto. Il Comune di Montegranaro, che ha promosso l’iniziativa, è riuscito quanto meno a mettere attorno ad un simbolico tavolo gli industriali, gli artigiani, la politica a vari livelli e le università in un confronto indiretto che ha evidenziato alcuni punti in comune da sviluppare e altri argomenti in cui le distanze sono evidenti. L’obiettivo finale di far parlare il distretto con un’unica voce è apparso lontano ma raggiungibile con un percorso lungo e faticoso. Ci ha provato Montegranaro (insieme a Monte San Giusto) a dare il via, ora bisogna vederne gli sviluppi. 
 Sono dieci le misure individuate: l’inclusione nelle aree di crisi, la possibilità di attingere ai finanziamenti europei, il sostegno al made in Italy, l’estensione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, la realizzazione di una struttura a rete che coinvolga scuola e università per la ricerca e sviluppo, innovazione, internazionalizzazione, digitalizzazione, ecc., la sburocratizzazione, il miglioramento dell’accesso al credito, il miglioramento delle infrastrutture materiali e immateriali, la revoca delle sanzioni alla Russia e la costituzione della Camera di commercio Marche Sud. 

I sindacalisti, Di Cosmo per la Cgil e soprattutto Fiori per la Cisl esprimono il loro malcontento. Per Fiori: «E’ stata un’occasione persa. Si è visto il distacco tra la politica e i lavoratori i quali pagano il prezzo di una crisi che non hanno generato». Un malcontento ancora più forte lo hanno espresso i lavoratori della Zeis Excelsa, presenti con diversi striscioni. Su di loro pende la spada di Damocle di un licenziamento al termine degli ammortizzatori sociali (contratto di solidarietà) in scadenza al 31 marzo 2018. «Eravamo circa 200 e ora siamo rimasti 130 tra prepensionamenti e chi ha cercato altre strade» affermano, in rappresentanza dei lavoratori, Andrea Tamanti e Daniela Broccoletti. «Non vediamo un futuro e ci dispiace che non si tenta di arrivare ad una soluzione. Lavoriamo solo 40 giorni a stagione. Siamo rom del lavoro: dove andiamo a 55 anni?». E dove andrà questo distretto? Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico