Carabiniere accoltellato alla schiena: Brahim Bouzroud condannato a 7 anni con il rito abbreviato

Montegranaro, carabiniere accoltellato alla schiena: Brahim Bouzroud condannato a 7 anni con il rito abbreviato
FERMO - Sette anni di reclusione in primo grado per Brahim Bouzroud, il 46enne marocchino, residente a Montegranaro, che, nella notte del 29 giugno scorso, accoltellò, con...

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FERMO - Sette anni di reclusione in primo grado per Brahim Bouzroud, il 46enne marocchino, residente a Montegranaro, che, nella notte del 29 giugno scorso, accoltellò, con un fendente alla schiena, il brigadiere della stazione dei carabinieri veregrense Mario Iadonato.


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Pienamente accolto dal giudice Maria Grazia Leopardi l’impianto accusatorio del P.M. Marinella Bosi, che aveva chiesto per il magrebino una condanna a 12 anni, automaticamente ridotti a 8 grazie alla scelta, da parte della difesa, del rito abbreviato
 
Tentato omicidio
Confermato il tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione, così come il porto abusivo di arma. Ritenuti invece insussistenti i reati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. La vicenda era iniziata nella notte del 29 giugno in seguito a una normale attività di controllo da parte della pattuglia del brigadiere Iadonato. Il militare era intervenuto con i colleghi in un bar dove il magrebino, in preda ai fumi dell’alcool, stava dando in escandescenze. I militari lo avevano preso in custodia e condotto in caserma, e, dopo averlo fatto calmare, lo avevano riaccompagnato presso la sua abitazione. Bouzroud però, ancora molto agitato, pretendeva di tornare al bar per cercare il suo gatto. Per evitare ulteriori problemi i militari si erano offerti di riportare l’animale. Alla riconsegna del gatto però l’aggressione. Con in mano un coltello da cucina, Bouzroud, sferrava un profondo fendente alla schiena del brigadiere Iadonato, arrivando a perforargli il polmone. 
la giornata
La giornata di ieri è inizia ‘con l’arrivo in tribunale delle parti, presente anche il brigadiere Iadonato accompagnato da alcuni colleghi dell’Arma e da un famigliare. Bouzroud, jeans e maglietta bianca, è giunto in aula intorno alle 12.45, scortato dalle guardie del carcere di Montacuto . Un’ora e mezza di botta e risposta tra le parti, poi una breve pausa e, poco dopo le 15, la lettura del dispositivo da parte del giudice Leopardi: 7 anni. Soddisfatto il brigadiere Iadonato, costituitosi parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Simone Mancini. Riconosciuto anche il risarcimento dei danni, da liquidare in separata sede civile. «Siamo contenti per la conclusione di questa prima fase – ha spiegato Mancini all’uscita dall’aula – ciò che ci premeva, più che il numero di anni di condanna, era smontare la tesi della difesa di aver ricevuto provocazioni da parte degli uomini dell’Arma e così è stato». Una pena eccessiva invece per il legale del magrebino Simone Matraxia, che già ha annunciato il ricorso in appello.
Il ricorso

«Il giudice ha avallato solo parzialmente la nostra tesi, ritenendo insussistenti i reati satellite. Ci riserviamo dunque di leggere le motivazioni e poi procedere in secondo grado. Di certo il mio assistito è pentito del gesto, come ha dimostrato anche nella lettera di scuse presentata e messa agli atti oggi». Pentimento a cui però non credono Iadonato e il suo avvocato, «scuse tardive e finte – rispondono – che di certo sarebbero dovute arrivare prima e magari scritte di proprio pugno e non dal legale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico