Montegiorgio, Maria uccisa: incastrati dal Dna e dai prelievi con il bancomat

Montegiorgio, Maria uccisa: incastrati dal Dna e dai prelievi con il bancomat
FERMO - Sono passati dalla porta d’ingresso, usando una copia della chiave fatta qualche giorno prima. La finestra infranta sul retro era solo un depistaggio. Un modo per...

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FERMO - Sono passati dalla porta d’ingresso, usando una copia della chiave fatta qualche giorno prima. La finestra infranta sul retro era solo un depistaggio. Un modo per far credere che gli autori della rapina finita in tragedia ad Alteta di Montegiorgio, prima, a casa di Maria Biancucci non ci fossero mai stati. Non era così. Perché Davide Longo, il capo della banda che lo scorso 11 marzo ha ucciso la 79enne nella sua villetta in campagna, quel posto lo conosceva bene. Nelle settimane precedenti la rapina, Longo si era avvicinato alla famiglia Biancucci, fino a ottenere la fiducia della vittima e del figlio: il suo Dna è stato trovato sul nastro adesivo utilizzat nel delitto. Le ricerche si sono così concentrate su Sebastiano Piras, 35enne nipote di Longo, residente a Offida e con precedenti per reati minori. L’esame delle celle telefoniche ha dimostrato la sua presenza sul luogo del delitto. Non solo. Il giorno dopo la rapina, le telecamere dell’Atm di Porto Sant’Elpidio l'hanno ripreso mentre prelevava denaro con il Postamat rubato nella villetta. I malviventi che, per scegliere la casa da svaligiare, si erano basati su poche informazioni raccolte in giro, si aspettavano un bottino ben più sostanzioso. Hanno invece trovato solo circa quattrocento euro e due tessere con i codici pin. La terza arrestataè di Zlatina Iordanova, la 48enne bulgara, ex compagna di Longo, da tempo residente a Fermo, dove di tanto in tanto lavorava come badante. 
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Corriere Adriatico