Ucciso dall'amico a coltellate, lo choc di famiglia e amici: «Caro Marzio, sarà impossibile dimenticarti»

Ucciso dall'amico a coltellate, lo choc di famiglia e amici: «Caro Marzio, sarà impossibile dimenticarti»
MONTEGIORGIO - Giorno del dolore, ieri, a Piane di Montegiorgio per l’addio a Marzio Marini. Alle 9, nella chiesa di San Paolo Apostolo, si sono tenuti i funerali del...

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MONTEGIORGIO - Giorno del dolore, ieri, a Piane di Montegiorgio per l’addio a Marzio Marini. Alle 9, nella chiesa di San Paolo Apostolo, si sono tenuti i funerali del muratore di 52 anni ucciso a coltellate nella notte tra domenica e lunedì a Belmonte Piceno. Ad accogliere la bara, uno striscione con scritto “Amarti è stato facile. Dimenticarti impossibile. Ciao Marzio”.

 


L’hanno portato gli amici di Marini, arrivati in tanti per l’ultimo saluto, assieme ai palloncini rossi e blu liberati in aria. Con loro anche il sindaco di Montegiorgio, Michele Ortenzi, e Salvatore Matti, dell’ippodromo San Paolo, dove l’uomo aveva lavorato per anni. «Il bene che ha fatto Marzio durante la vita non lo dimenticheremo mai. La sua morte non è un castigo di Dio. È una realtà che non avremmo mai immaginato che accadesse, ma che è accaduta», dice don Pierluigi Cicchinè durante l’omelia.


«Anche in questo momento – prosegue – dobbiamo sentirci amati da Dio che ci aiuta a vivere questo dolore come un’opportunità per crescere, per ripensare la propria vita e migliorare come singoli, ma anche come comunità. Perché in questo tempo di pandemia siamo tutti fragili e, se non ci aiutiamo, è più facile che qualcuno di noi possa soffrire tanto».


Sulla bara appoggiata a terra c’è una foto incorniciata. Ritrae Marini sorridente. Come vuole ricordarlo un amico. «Ovunque andavi – legge da un foglietto – portavi una ventata di allegria. Eri sempre pronto ad aiutare tutti nonostante le difficoltà che la vita non ti ha risparmiato. Non sarà facile andare avanti, ma dovrò essere forte, forte e coraggioso, come lo eri tu». «Ricordo il giorno dei miei diciotto anni e tu, con le lacrime agli occhi, che guardi me e mio fratello e ci dici: “Eccoli qua gli amori di zio, guai a chi me li tocca”. Per me eri amore puro. Ti chiedo di darci la forza e il coraggio di andare avanti in questo mondo che senza di te fa così paura», le parole di un nipote.


Quelle del fratello Mirko le legge una donna: «I suoi difetti erano colmati da mille pregi. Se preso per il verso giusto, era una persona meravigliosa. La cosa che più mi addolora è avergli detto una sola volta “ti voglio bene”. È meglio dire “ti voglio bene” che “mi manchi”».

 

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Corriere Adriatico