Ucciso dopo la lite, all'ippodromo gli amici ricordano Marzio. E ora il Ris di Roma analizza il coltello dell'agguato

La cerimonia per ricordare l'uomo ucciso durante una lite
MONTEGIORGIO - La foto sul maxischermo al centro della pista e lo striscione fatto dagli amici per il funerale. Il saluto dell’ippodromo San Paolo a Marzio Marini è...

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MONTEGIORGIO - La foto sul maxischermo al centro della pista e lo striscione fatto dagli amici per il funerale. Il saluto dell’ippodromo San Paolo a Marzio Marini è cominciato con un minuto di silenzio. Le corse nell’impianto sportivo di Piane di Montegiorgio, domenica pomeriggio, si sono interrotte per un breve intervallo. Il tempo di ricordare il muratore 52enne ucciso a coltellate una settimana prima a Belmonte Piceno.

 
I presenti
Un momento toccante che ha visto raccolti gli amici di Marini che, al San Paolo, aveva lavorato per parecchi anni, che era molto conosciuto nell’ambiente e che era sempre rimasto legato al mondo delle corse. Proprio all’ippodromo era stato visto poche ore prima di essere ucciso, il 18 luglio, assieme a Paolo Finucci, il 57enne accusato del suo omicidio, rinchiuso da lunedì scorso nel carcere di Fermo.

Due amici diventati rivali, divisi dalla passione per la stessa donna. Che, da quanto si apprende, aveva una relazione con entrambi, sembra, a loro insaputa. Sarebbe stata la gelosia il movente che ha spinto Marini a seguire i due fino alla villetta di via dei Sibillini.

Lì, sarebbe scoppiata la lite furibonda finita a coltellate. Tre, come svelato dall’autopsia, sferrate da Finucci al torace dell’amico con un grosso coltello da cucina. Che adesso si trova a Roma per alcuni accertamenti da parte del Ris. Dalle ricostruzioni degli inquirenti, sembrerebbe che la sera dell’omicidio Finucci si trovasse in casa assieme alla donna contesa e che, all’arrivo di Marini, sia sceso con in mano il coltello. Parrebbe, quindi, esclusa la possibilità che Finucci avesse con sé il coltello già da prima, come, invece, si ipotizzava all’inizio.


L’autopsia


Sempre in base ai primi esiti dell’autopsia, Marini sarebbe morto dissanguato durante la corsa al pronto soccorso. Pare che abbia perso più di tre litri di sangue e che i primi a intervenire abbiamo definito «agghiacciante» la scena che si sono trovati davanti. Se ne saprà di più quando i periti consegneranno i referti, dopo l’estate. La versione di Finucci, fornita all’udienza di convalida del fermo, è di essersi difeso da Marini che lo stava aggredendo e di non avuto intenzione di ucciderlo.

 

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Corriere Adriatico