La tragica morte di Giuseppe tra dolore, dubbi e proteste: «Lacune sulla sicurezza»

La tragica morte di Giuseppe tra dolore, dubbi e proteste: «Lacune sulla sicurezza»
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MONTE URANO -  «La morte di Giuseppe Lenoci è una tragedia enorme che ha sconvolto tutti: dalla comunità monturanese a quella della scuola, del lavoro e dello sport. Ed è avvenuta in un territorio che, evidentemente, presenta delle lacune su prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro», afferma Alfonso Cifani, responsabile Cisl Fermo.

 

«La sicurezza è un bene di tutta la collettività e il Fermano ha l’impellente necessità di fare un salto in avanti sulla prevenzione. La sicurezza non è solo uno slogan ma va applicata, verificata e garantita in ogni luogo di lavoro», sostiene Cifani secondo cui il territorio necessita di una efficace politica di prevenzione, soprattutto in questo momento in cui le imprese stanno cercando di recuperare più velocemente possibile i livelli di fatturato pre pandemia e magari sono portate a risparmiare sui costi per la sicurezza o a commettere delle leggerezze per incrementare al massimo la produttività.


«Nel Fermano tutti gli uffici preposti al controllo delle condizioni di lavoro sono tutti sottodimensionati nell’organico. E se la priorità è salvaguardare la salute dei lavoratori e degli stagisti/studenti/apprendisti, occorre investire, anche attingendo ai fondi del Pnrr, per potenziare l’organico degli uffici che effettuano le verifiche», afferma il sindacalista che nota una strumentalizzazione e una demonizzazione del sistema duale (scuola-lavoro) per cavalcare l’onda emotiva del tragico incidente, ma che, alla fine, risulta controproducente. «Il sistema duale è fondamentale ovunque in tutta Europa. Non va soppresso ma migliorato e potenziato. E vanno rispettati i diritti degli studenti e dei lavoratori (anche a livello economico) che devono poterlo svolgere in tranquillità e in tutta sicurezza».

 

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Corriere Adriatico