MONTE URANO - L’affresco salvato verrà restituito alla popolazione sabato mattina. Dalla chiesa di Sant’Isidoro, dove si stava Inesorabilmente deteriorando, alla sala...
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“Altri due mesi in più e non l'avremmo salvato” ha detto ieri mattina Claudio Maggini della Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici delle Marche, da poco guidata da Anna Imponente. Negli anni ’80 e ’90 il Comune tentò più volte di restaurare la chiesa di S.Isidoro (già già S.Maria della Neve o della Misericordia), ma è solo dal 2013, dopo l'ennesima accorata lettera dell’ente, che la Soprintendenza si è mossa per salvare il dipinto.
Un'operazione avviata dall'amministrazione Giacinti e conclusa dall'attuale sindaco Moira Canigola, con una spesa di circa 20 mila euro per il restauro compiuto dalla Nino Pieri di Urbino che ha impiegato circa 3 mesi di lavoro.
“E’ stato un distacco doloroso ma non avevamo vie d’uscite - ha detto Maggini - perché non si sa bene come la chiesa stia ancora in piedi, senza un tetto. Un’operazione di restauro che non ha compromesso nulla”.
Maggini ha raccontato una curiosità: nelle operazioni di salvataggio del dipinto sono state utilizzate delle stufe per scaldare la chiesa ma soprattutto per far aderire di nuovo i colori che si stavano staccando dal dipinto che così ha dovuto subire un restauro minimo.
"L'affresco restaurato sarà presentato insieme ad un pezzo di muro che lo contorna per far vedere come la sede originaria fosse un'altra e viene solamente ospitato dalla sala consiliare" ha affermato Maggini che ha lodato la collaborazione Soprintendenza-Comune.
"Oltre all'indubbio valore artistico dell'opera, questa operazione ha la valenza di memoria storica in un paese dove non c'è solo la calzatura ma può offrire anche storia e cultura" ha commentato il sindaco di Monte Urano Moira Canigola che ha accolto volentieri la proposta di Maggini: "mettere insieme i comuni del Fermano che ospitano un'opera del maestro Pierpalma da Fermo per realizzare un unico itinerario storico e turistico".
Loretta Morelli, consigliere comunale che ha seguito il restauro ha sottolineato come "questa operazione conserva la storia di una comunità che si riconosceva nella chiesa di Sant'Isidoro".
Una chiesa di proprietà comunale che aspetta di conoscere il suo futuro: trasformarla in un'edicola così come probabilmente era stata concepita? In attesa, il bene più prezioso che custodiva è stato salvato, "grazie a chi ci ha lavorato" ha terminato il sindaco, che ha dato appuntamento a sabato mattina per la cerimonia di presentazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico