Raccolta firme contro l’antenna: «Salviamo il nostro magnifico panorama, è una ricchezza»

Raccolta firme contro l’antenna: «Salviamo il nostro magnifico panorama, è una ricchezza»
MONTE GIBERTO -  Una raccolta firme e la richiesta al Comune di istituire quattro punti panoramici. Non si arrende il comitato spontaneo contro l’antenna che la...

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MONTE GIBERTO -  Una raccolta firme e la richiesta al Comune di istituire quattro punti panoramici. Non si arrende il comitato spontaneo contro l’antenna che la compagnia Iliad vorrebbe installare a Monte Giberto. E, anche se il gestore ha presentato una nuova pianificazione, superando “l’errore” che, lo scorso autunno, aveva stoppato l’iter, continua la sua battaglia.

 


Forte anche della sentenza del Consiglio di Stato che, nel 2018, a Castorano, ha rigettato la richiesta di un operatore telefonico di installare un’antenna davanti a un belvedere. «Sulla scia di questo pronunciamento, abbiamo chiesto al Comune di istituire quattro punti panoramici. Stiamo anche preparando dei percorsi paesaggistici in campagna», fa sapere Anna Maria Monaldi, presidente del comitato spontaneo No antenne Monte Giberto. Per un errore progettuale, a novembre, il Comune aveva potuto respingere la richiesta della compagnia. Il sito dove avrebbe dovuto sorgere l’antenna, era infatti al di fuori del metraggio per cui la compagnia aveva fatto richiesta.

Ma l’operatore non s’è dato per vinto e, dopo qualche mese, ha presentato una nuova pianificazione. E questa volta l’area di interesse ricade nello spazio richiesto. Tradotto: salvo altri colpi di scena, l’antenna si farà. «Il problema – dice Monaldi – è che questi impianti non sono sottoposti a vincoli paesaggistici e deturpano quel paesaggio tutelato dall’articolo 9 della Costituzione». È su quest’ultimo aspetto che la presidente del comitato si sofferma, perché «dire che fanno male è una battaglia che non ha portato ad alcun risultato». «La percezione positiva – spiega – è alla base della valorizzazione di un’area. Chi viene qui rimane incantato dal paesaggio, un valore sul quale è stato basato il rilancio socioeconomico e turistico di questo territorio». Il timore è che, con l’antenna (la seconda in paese), la zona perderà attrattività. A cascata, a soffrirne sarebbero gli abitanti. Quelli nati e cresciuti lì e quelli arrivati dopo, che hanno investito in quelle aree e che, secondo il comitato, adesso potrebbero risentirne.



«Così – ragiona Monaldi – rischiamo di rovinare tutto, di causare perdite a chi qui ha investito e di scoraggiare chi vorrebbe farlo. Nel 2020 le Marche erano la seconda meta turistica al mondo, ma, se non mettiamo un freno a questa azione nelle nostre colline, non andremo da nessuna parte». Da qui, l’appello alla Regione per «una legislazione di tutela, per difendere la nostra vera ricchezza».

 

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Corriere Adriatico