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MONTAPPONE - Assegnate durante una cerimonia al Teatro Italia di Montappone le borse di studio istituite dal Comune in collaborazione con il Museo del cappello, in memoria di Giuliano De Minicis, illustre concittadino scomparso prematuramente due anni fa, la cui creatività e umanità hanno lasciato una tangibile impronta nel suo territorio (Il Museo del cappello e la mostra permanente del Cappellaio pazzo sono solo due delle creature alle quali ha contribuito)) e soprattutto nel cuore di quanti l’hanno conosciuto.
«Un uomo eccezionale, creativo, buono, appassionato, amico di tutti, capace di esprimere con semplici parole concetti profondi e quindi di arricchire tutti.
Ad aggiudicarsi il 1° premio, consistente in una borsa di studio di 600 euro, un trio di alunne della classe III C, Erica Marzialetti, Giulia Sebastiani ed Elena Procaccini, con un armonico componimento poetico sull’arte del cappello, tra un passato di tradizione e un futuro sostenibile. Concetti espressi anche in un innovativo cappello da loro realizzato.
La borsa di studio di 400 euro è invece stata assegnata a Teresa Zamputi, anche lei della III C, che ha presentato un manufatto interattivo e rispettoso dell’ambiente. Sono poi stati assegnati altri riconoscimenti di merito a Noemi Rastelli, Lorenzo Mochi e Lorenzo Tarulli della classe III D. E ancora a Klea Koci, Sofia Jarid e Sara Achibane della III C. «Siete stati tutti davvero bravi e creativi - ha commentato la dirigente dell’Isc di Falerone Patrizia Tirabasso a cui la scuola di Montappone fa capo -: avete concorso per vincere. Le classi di Montappone, soprattutto quelle della secondaria, sono una vera fucina di idee e progetti che noi siamo felici e pronti ad accogliere e per questo ringrazio tutti voi e le vostre insegnanti».
Un grazie particolare anche da parte del sindaco alle insegnanti Isabella Di Chiara e Giuditta Mancini per l’impegno appassionato con cui hanno seguito questo concorso e coinvolto tutti gli alunni. Alla cerimonia presenti anche la moglie di De Minicis Flaviana e il figlio Luca che ha raccontato un aneddoto su suo padre che, più di ogni altra parola, ha testimoniato la grande capacità che aveva di trasformare creativamente in opportunità anche un problema.
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Corriere Adriatico