Giù il cappello ma non in Europa dove il berretto ottiene un boom di vendite

I cappelli di Montappone sono venduti in tutto il mondo
MONTAPPONE - Primi segnali di ripresa per il Distretto del cappello. Ma, a respirare, è solo il comparto del lusso. In crescita import ed export che, rispetto ai primi tre...

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MONTAPPONE - Primi segnali di ripresa per il Distretto del cappello. Ma, a respirare, è solo il comparto del lusso. In crescita import ed export che, rispetto ai primi tre mesi del 2020, quest’anno, hanno registrato, rispettivamente, un +6% (32,4 milioni) e un +50,7% (59,4 milioni). Dati complessivi che differiscono, però, nei sotto-settori. Con i cappelli di paglia («particolarmente legati alle vendite della stagione estiva, partita anche quest’anno con molto ritardo») che registrano un calo del 33,8% delle importazioni. 

 

 
Le esportazioni
Mentre le esportazioni si attestano a 5,9 milioni (-17,3%). Meglio i berretti, con un +6% di import e un +50,7% di export. Parla di «rimbalzo non lineare», il presidente nazionale del Settore cappello e vicepresidente della Federazione italiana TessiliVari, Paolo Marzialetti. Per il quale «questa impennata del segmento del lusso è la diretta e positiva conseguenza della rapidissima implementazione delle strategie di marketing dei maggiori brand a livello globale, che hanno puntato tutto sulle piattaforme digitali per far fronte al calo delle vendite in presenza causato dall’emergenza sanitaria». La Cina si conferma il Paese maggior fornitore, con 11,5 milioni, (-11,4%), che corrispondono al 35% delle importazioni totali. Sul podio dell’export, la Svizzera continua a occupare il primo gradino, allargando sempre di più la forbice con gli altri Paesi (15 milioni, +148,9%), «in fortissimo recupero rispetto sia al primo trimestre del 2020, che allo stesso periodo del 2019 (+68,7%)». Seguono i mercati tradizionali europei: Francia (7,4 milioni, +43,3%) e Germania (6,8 milioni, +69,57%). Fuori dal podio gli Stati Uniti (4,8 milioni, +66,1%). In controtendenza rispetto agli altri mercati tradizionali, il Regno Unito (2,9 milioni, -33%). «Dato molto sorprendente e non irrilevante – spiega Marzialetti – se pensiamo che è stato il primo Paese europeo a spingere sull’acceleratore della campagna vaccinale, ma che ora è anche il primo Paese a dover affrontare la nuova variante Delta e il relativo preoccupante aumento dei contagi». 


L’estero
Continua l’ascesa della Polonia (2,1 milioni, +150,5%) e, di converso, il calo della Spagna (2,1 milioni, -6,2%). A seguire, Giappone (1,6 milioni, +92,8%), Corea del Sud (1,4 milioni, +53,2%) e gran parte dei principali mercati dell’Estremo Oriente. Chiudono i Paesi Bassi (1,2 milioni, +10,8%). Non pervenuta la Russia, «verso la quale non ci sono state ancora vendite rilevanti». 
Il distretto


Dinamiche che, per Marzialetti, vanno «monitorate e assecondate, al fine di verificare se il dato può divenire strutturale, oppure se si tratta soltanto di una, pur sempre ottima, fiammata, primo vero segnale di ripresa dopo i cali generalizzati a doppia cifra, che hanno fatto perdere mediamente alle aziende del nostro comparto produttivo circa un quarto del fatturato». Il 70% del quale è concentrato nel Distretto del cappello fermano-maceratese, con i Comuni di Montappone e Massa Fermana che, da soli, ospitano più dell’80% delle aziende del Distretto e circa il 50% di quelle nazionali.

 

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Corriere Adriatico