Incubo terremoto, prelievo di organi all'ospedale di Fermo con le scosse

L'ingresso dell'ospedale di Fermo
FERMO - Operazione chirurgica tra le scosse, la scorsa notte, nell'ospedale di Fermo, nelle Marche, dove sono stati prelevati gli organi di una donna di 56 anni deceduta per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FERMO - Operazione chirurgica tra le scosse, la scorsa notte, nell'ospedale di Fermo, nelle Marche, dove sono stati prelevati gli organi di una donna di 56 anni deceduta per emorragia cerebrale. «Nonostante il sisma continua l'attività di donazione e trapianti. E sembra essere incentivata, in un momento così drammatico, da un risvegliato senso di solidarietà», sottolinea  Francesca De Pace, coordinatore regionale del Centro Nazionale Trapianti delle Marche. Tanto che, rende noto, «nella nostra regione, negli ultimi 10 giorni abbiamo avuto ben 5 donazioni, di cui tre di organi e due di tessuti».


Nonostante il forte disagio psicologico di operare tra una scossa e un'altra, il terremoto non ferma dunque il lavoro degli medici e infermieri, «che - prosegue De Pace - vivono con grandissimo senso di dedizione la loro missione, nonostante spesso siano loro stessi sfollati». In particolare l'ospedale di Fermo è sovraccarico perché, in questo periodo, raccoglie i pazienti di Amandola e serve tutte le zone interne. Proprio qui si è concluso stamattina alle 7.30 il prelievo multiorgano. Uno dei due reni è stato trapiantato all'ospedale di Ancona e un altro a Genova, mentre i polmoni a Bologna. Il prelievo, conclude De Pace, «è terminato appena in tempo per non sentire la forte scossa delle 8.56 e, più di altri, ha ridato speranza: è un simbolo di come dalla morte la vita rinasca e conferma che la rete dei trapianti funziona anche in condizioni critiche». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico