Porto Sant'Elpidio, scogli e serrate Balneari spaccati, monta la rabbia

Il lungomare ridotto all'osso dopo la mareggiata
PORTO SANT'ELPIDIO - Ieri è stato il giorno della conta dei danni per i balneari del lungomare sud. In linea generale i costi annui che uno stabilimento con 50...

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PORTO SANT'ELPIDIO - Ieri è stato il giorno della conta dei danni per i balneari del lungomare sud. In linea generale i costi annui che uno stabilimento con 50 metri lineari di spiaggia e cinque ombrelloni affronta sono: 7 mila euro per il salvataggio, 3 mila euro di tassa sull'immondizia, mille euro di imu, 700 euro di tassa sull'insegna, 3.500 euro di concessione demaniale, 1.500 euro per la pulizia dell'arenile. Impegni di spesa notevoli per chalet che rischiano di affondare senza scogliere emerse. 


L'amministrazione prova a risolvere ma, nell'attesa di riempire le vasche di contenimento e vedere se funzionano, si rischia di affogare. Più si va a sud e più la situazione si complica. Ieri mattina la guardia costiera ha battuto palmo a palmo la zona più erosa dalle mareggiate. A quanto pare qualcosa si muove, ma i balneari rimasti senza ombrelloni sono sempre più disperati. Vogliono protestare ma hanno le mani legate. Propongono la serrata ma il sindacato frena. «Non ci sentiamo rappresentati» dice Cinzia Brunelli dello chalet Salè dopo la riunione tra balneari e vicesindaco di giovedì pomeriggio. Del sindacato c'erano Marco Ciccarelli del Papillon e Petra Feliziani di Punto Gelato. L'associazione nata per tutelare diritti e interessi della categoria «non è più credibile» il coro di voci. La riunione da Salè ha dato la stura alla rabbia di chi non si sente rappresentato.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico