Porto San Giorgio, altro che mensa Per alcuni bimbi c'è la rosticceria

Il sindaco Loira in una recente visita in una mensa scolastica
PORTO SAN GIORGIO - Discriminazione culinaria all'asilo e i genitori insorgono montando una (lecita) protesta: qualche mamma ha infatti ottenuto il permesso che, a...

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PORTO SAN GIORGIO - Discriminazione culinaria all'asilo e i genitori insorgono montando una (lecita) protesta: qualche mamma ha infatti ottenuto il permesso che, a fornire il pranzo alla propria prole nella mensa scolastica, fosse una rosticceria esterna tramite servizio catering. Motivi di salute o intolleranza non c'entrano: solo un capriccio che, oltretutto violando le norme igienico sanitarie, ha fatto infuriare gli altri genitori. Ed ecco il faccia a faccia tra rappresentanti di classe e dirigente comunale Maria Fuselli, tenutosi pochi giorni fa: dal confronto rassicurazioni riguardo al fatto che, dall'anno prossimo, certe cose non si riverifichino, anche se il responso scritto da parte della responsabile. 


Il fatto si sta verificando da maggio in una classe della scuola dell'infanzia Borgo Rosselli, quartiere Sud. La dirigente di competenza avrebbe consentito a tre mamme di consegnare il pranzo ai figli dall'esterno, "causa" precedente di alcuni anni fa su cui i genitori avrebbero fatto leva. Naturale il sollevamento popolare, gestito nel miglior modo dalle rappresentanti di classe che raccontano la vicenda. 

«Nessuno ci aveva avvisato, sono stati i nostri figli a dirci che quattro loro amichetti gustavano cotolette, patatine e macedonia. Venti giorni fa abbiamo così protocollato una lettera al Comune chiedendo le motivazioni di questa autorizzazione illegittima - raccontano -. Martedì scorso siamo state dunque ricevute dalla dirigente Fuselli e dal sindaco Loira ma, ad oggi, non si è provveduto a sospendere il permesso e a ripristinare le regole. Siamo in attesa che chi di dovere metta nero su bianco la garanzia che tutto ciò, da settembre, non si ripeta: alcuni genitori hanno anche minacciato il ritiro dei propri figli da scuola, anche a fronte di iscrizioni già pervenute a febbraio per legge». Intanto, però, qualcuno ha già "sospeso" i suoi figli, quando mancano pochi giorni alla fine dell'anno.


I toni della riunione sono stati pacati e civili e la dirigente avrebbe fornito verbalmente delle rassicurazioni. Il fatto ha comunque la sua gravità: facendo catering con mezzi non idonei e trasportando i cibi dall'esterno all'interno della mensa c'è una chiara violazione igienico sanitaria, senza tralasciare il fatto emotivo di bambini che vedevano gli altri mangiare alimenti particolari senza spiegarsi il perché. I pochi eletti, va sottolineato in rosso, non hanno né patologie, né certificati medici da far valere, né abitudini culturali diverse (sono tutti italiani). In più la mensa garantisce già pasti sostitutivi per celiachie, intolleranze e abitudini religiose differenti.   Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico