Porto San Giorgio, le palme sotto attacco Il Fai: "Patrimonio botanico devastato"

Le palme di Porto San Giorgio
PORTO SAN GIORGIO - Allarme punteruolo rosso, ora interviene anche il Fai. "Patrimonio botanico devastato - spiega Patrizia Cirilli Marini, capo delegazione -....

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PORTO SAN GIORGIO - Allarme punteruolo rosso, ora interviene anche il Fai. "Patrimonio botanico devastato - spiega Patrizia Cirilli Marini, capo delegazione -. L'amministrazione deve fare qualcosa".

Il Fai (Fondo Ambiente Italiano) di Fermo, che ha tra i suoi obiettivi la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale del Paese, non può rimanere inerte rispetto al rischio di devastazione del patrimonio botanico di palme del Comune di Porto San Giorgio da parte del punteruolo rosso, il terribile parassita che attacca tali piante portandole rapidamente all’essiccazione e alla morte.

Il pericolo è quello di perdere un paesaggio che ha sempre contraddistinto la nostra riviera, oltreché un patrimonio verde pubblico e privato unico e insostituibile, legato anche all’immagine turistica e culturale di Porto S. Giorgio, con indubbie ricadute negative sotto molti aspetti. Si auspica - spiega il una nota il capo delegazione Patrizia Cirilli Marini - pertanto, da parte dell’amministrazione comunale una presa di responsabilità insieme alle altre autorità preposte alla lotta a questo temibile coleottero: si chiede un tempestivo intervento con azioni
concrete volte alla prevenzione e alla lotta di tale parassita e non al semplice abbattimento e smaltimento delle piante malate, operazione peraltro non esente da ingenti spese vive. Esiste ormai una casistica purtroppo abbastanza diffusa anche in altre aree d’Italia, che ci consente tuttavia di poter prendere ad esempio pratiche virtuose di azione.
La strategia da perseguire, come testimoniato dall’esito delle più recenti ricerche scientifiche ed

applicazioni in tale campo, risiede dunque nell’orientamento verso la lotta biologica, ovvero il controllo di parassiti e malattie tramite nemici naturali, nel rispetto della salute e delle direttive della Comunità Europea: dall’utilizzo di funghi entomopatogeni all’impiego del maschio sterile, dall’installazione fissa direttamente in chioma di trappole di cattura all’uso sperimentale di nematodi sono diverse le tecniche che possono venirci in aiuto nel conseguire la protezione delle bellezze botanico-vegetazionali che hanno sempre contraddistinto e dato identità alla nostra città. La lotta per l’ambiente è lotta per la cultura". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico