Fermo, produceva scudetti tarocchi Maxi sequestro della fiamme gialle

Gli scudetti sul tavolo della Finanza
FERMO - Scudetti finti ma nulla a che fare col calcio giocato. E' stata la passione da tifoso e la curiosità di un finanziere a smascherare un business che andava...

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FERMO - Scudetti finti ma nulla a che fare col calcio giocato. E' stata la passione da tifoso e la curiosità di un finanziere a smascherare un business che andava avanti da tempo: sono questi gli ingredienti che hanno portato a scoprire una filiera del falso, specializzata nella produzione e commercializzazione di emblemi di squadre di calcio e case automobilistiche.


Le indagini della Guardia di Finanza hanno preso avvio da un negozio a Venezia e hanno portato all'individuazione di due luoghi di produzione di emblemi falsi nelle Marche, a Macerata e Fermo, e al sequestro di 40mila articoli e 10mila etichette. Due imprenditori  sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per produzione e commercializzazione di beni contraffatti e ricettazione.

Tutto ha origine quando un finanziere è entrato in un negozio nella città lagunare per cercare l'emblema della Nazionale e si è accorto che qualcosa non andava: tutti gli articoli esposti, pubblicizzati in italiano ed in
inglese come «prodotti originali, fatti a mano da esperti artigiani», risultano provenire dalla medesima ditta individuale con sede nelle Marche, indicata come licenziataria dei marchi di fabbrica. Considerata la dimensione individuale dell'impresa produttrice ed i numerosi loghi, il militare si è incuriosito e, da una visura all'Anagrafe Tributaria, ha scoperto che la ditta marchigiana non presenta le dichiarazioni dei redditi da dieci anni. Da un sopralluogo, invece, si scopre che all'indirizzo della sede dichiarata della ditta,
nelle Marche, c'è una clinica privata.

Durante il controllo nell'esercizio commerciale lagunare, le fiamme gialle hanno scoperto che gli articoli «original-hand made» erano contraffatti e, di fatto, prodotti presso due opifici occulti in provincia di Macerata ed in provincia di Fermo. Da lì le perquisizioni e i sequestri di articoli, oltre ad accessori, macchinari di produzione, stampi, clichè. Tra gli articoli sequestrati, anche 10.000 etichette olografiche di sicurezza anticontraffazione di diverse
squadre di calcio, che vengono normalmente apposte sui prodotti per certificarne l'autenticità e l'originalità. I due imprenditori italiani sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per produzione e commercializzazione di
beni contraffatti e ricettazione.

La Guardia di Finanza provvederà ora a ricostruire il volume d'affari ed a contestare ai responsabili le imposte evase nel ciclo di produzione e commercializzazione degli emblemi contraffatti, venduti al dettaglio a

circa settanta euro al pezzo in tutta Italia.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico