Fermo, Obuv Mir Kozhi al via La fiducia dei nostri calzaturieri

Dopo il Micam, ecco l'Obuv a Mosca
FERMO -  Saranno poco meno di 50 (su 130 totali) le aziende calzaturiere fermane che parteciperanno alla manifestazione Obuv Mir Kozhi in programma da oggi a venerdì...

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FERMO -  Saranno poco meno di 50 (su 130 totali) le aziende calzaturiere fermane che parteciperanno alla manifestazione Obuv Mir Kozhi in programma da oggi a venerdì all'Expocentre di Mosca. Dopo il Micam, è la fiera più importante per i produttori italiani che si rivolgono al mercato russo. Nonostante un fatturato che si è dimezzato in due anni, quello dell'ex Unione Sovietica resta un mercato di sbocco importante e dal quale si attende una ripresa. La tensione economica si è un po' allentata in questi ultimi giorni, complice l'aumento delle quotazioni del petrolio e la rivalutazione del rublo nei confronti dell'euro. Fattori che hanno riportato quantomeno una certa serenità tra i buyer russi, come ci conferma anche Marino Fabiani di Fermo, uno dei primi imprenditori calzaturieri a puntare sulla Russia: "Alla vigilia di ogni appuntamento fieristico c'è entusiasmo, fiducia e speranza. I russi non hanno mai smesso di credere sul Made in Italy e sui prodotti fermani. Per loro rappresentiamo sempre la loro prima scelta. Restano della convinzione che le nostre scarpe sono migliori delle altre ma purtroppo, in questo momento, i consumatori finali cercano di risparmiare e noi non siamo così pronti a giocare su questo terreno in cui il prezzo è importante. La fascia media di consumatori che gli anni scorsi acquistava le nostre scarpe si è assottigliata e questo elemento permane al di là del rublo e del petrolio. Le aspettative dell'Obuv? Sono fiducioso" continua Marino Fabiani. "Non credo andrà peggio di un anno fa, così come non torneremo indietro di 5 anni con la corsa a comprare le scarpe italiane e marchigiane. La situazione è leggermente migliorata dal Micam per cui mi aspetto quantomeno di non perdere ulteriori posizioni e magari di recuperare qualcosina. Staremo a vedere". 
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Corriere Adriatico