Fermo, commercialista e finanzieri accusati di truffa e falso ideologico

Il tribunale di Fermo
FERMO - Due finanzieri e un commercialista sono finiti sotto processo per aver utilizzato la loro professione per coprire due subagenti assicurativi della Pass di Fermo,...

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FERMO - Due finanzieri e un commercialista sono finiti sotto processo per aver utilizzato la loro professione per coprire due subagenti assicurativi della Pass di Fermo, accusati di truffa aggravata e continuativa. Ieri doveva aprirsi l'istruttoria ma per via della sopravvenuta impossibilità da parte del giudice Cesare Marziali di portare a sentenza il processo, per il suo imminente nuovo incarico come Gip/Gup, l'avvio del procedimento è stato fissato al mese di febbraio del prossimo anno.


Secondo la ricostruzione degli inquirenti il commercialista avrebbe aiutato gli indagati ad assicurarsi il profitto delle polizze, registrando per conto degli stessi delle fatture false. I due finanzieri, un maresciallo capo in servizio presso la Guardia di finanza di Fermo e un agente, sono accusati di falso ideologico.
Il finanziare, cugino di uno degli assicuratori indagati, si sarebbe recato dal suo superiore, il maresciallo capo a cui erano affidate le indagini, per chiedergli di "dare una mano" al parente e al suo collega, cercando di ottenere informazioni sugli accertamenti da effettuare al fine di consentire agli inquisiti di eludere le investigazioni dell'autorità giudiziaria.

L'agente avrebbe chiesto al collega, anche, di sentire gli indagati per sommarie informazioni, consentendo di giustificare il loro operato, cosa che poi avvenne. Il maresciallo avrebbe ceduto alle richieste dell'agente in cambio della promessa da parte del collega di interessarsi per l'ottenimento di un alloggio per lui e la sua famiglia all'interno della caserma, essendo il finanziere l'incaricato e il titolare della squadra di comando.

Il maresciallo delle Fiamme Gialle avrebbe ceduto alle richieste ed attestato falsamente fatti che avrebbero dovuto provare la verità di quanto accaduto; avrebbe anche cercato di dissuadere il denunciante dallo sporgere querela, affermando che era tutto in regola e che non emergevano condotte penali rilevanti.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico