Campofilone, allarme per la diga dell'Enel Poca acqua, pericolo per i pesci

Una diga presente nelle Marche
CAMPOFILONE - Situazione allarmante per la diga dell'Enel che si trova a Campofilone: si sta prosciugando e l'abbassamento del livello dell'acqua rischia di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
CAMPOFILONE - Situazione allarmante per la diga dell'Enel che si trova a Campofilone: si sta prosciugando e l'abbassamento del livello dell'acqua rischia di rappresentare un pericolo per i pesci che vi nuotavano.

La diga raccoglie acqua proveniente dal fiume Aso che all altezza di Carassai viene convogliata in un canale lungo 14 chilometri e che normalmente alimenta la Centrale Idroelettrica Enel Green Power e che a pieno regime produce energia elettrica per 3000 abitanti. Il bacino idrico si trova sotto alla strada che conduce al comune di Campofilone ed è visibile anche transitando lungo la strada panoramica che attraversa le campagne del Monte Serrone e congiunge il centro di Pedaso al borgo campofilonese.

La diga, di proprietà dell'Enel aveva smesso di funzionare già da tempo, a causa di un guasto causato da una frana verificatasi circa un anno fa a circa dieci chilometri dalla diga che aveva compromesso il funzionamento di uno dei canali, al quale pare che l'ente stia lavorando da tempo. Al momento pare che il livello dell'acqua stia calando a vista d'occhio e che ad essere in pericolo siano le vite dei pesci che vivevano al suo interno. La diga o per meglio dire quel che ne rimane, è ormai poco più di una pozzanghera d'acqua. Non è rimasto quasi niente ormai, se non poca acqua melmosa il cui livello si abbassa di continuo e le migliaia di pesci che vi nuotavano rischiano di morire. Anche passando, quel che salta agli occhi è il fango e presumibilmente se anche dovesse piovere, l'acqua piovana non sarebbe sufficiente a sanare la situazione e a garantire la vita alla flora esistente nella vasca di raccolta.

Forse sarebbe auspicabile l'intervento da parte del Consorzio di Bonifica che potrebbe provvedere facendo scorrere una quantità di acqua per un tempo limitato ma in grado d'innalzare il livello attuale, del resto è il Consorzio che di solito garantisce l'acqua necessaria all'irrigazione e che l'ha garantita fino allo scorso 31 ottobre. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico