Santori: "Bene il Parlamento sul Made in Ora la guerra si sposta al Consiglio Ue"

Andrea Santori
FERMO - Confindustria Fermo esprime soddisfazione per il passaggio del Made in al Parlamento europeo Il giorno seguente all’approvazione da parte del Parlamento europeo del...

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FERMO - Confindustria Fermo esprime soddisfazione per il passaggio del Made in al Parlamento europeo Il giorno seguente all’approvazione da parte del Parlamento europeo del regolamento sulla obbligatorietà dell’etichettatura d’origine (art. 7) che identifica il Paese di provenienza di ogni merce prodotta nell’Unione Europea o importata dai Paesi extracomunitari, Confindustria Fermo esprime la soddisfazione per quanto ottenuto. “E’ stato raggiunto un traguardo essenziale per la tracciabilità della manifattura, soprattutto per i calzaturieri italiani e del Fermano che da tempo si battevano affinché questa norma venisse adottata – ha dichiarato Andrea Santori, presidente di Confindustria Fermo. E’ stato premiato un lavoro portato avanti congiuntamente da Assocalzaturifici e dalla sezione calzature di Confindustria che anni fa, avendo intercettato le prime avvisaglie di quello che poi si è rivelato più che un rischio, hanno intrapreso azioni mirate con missioni a Bruxelles, a Strasburgo, incontri, audizioni parlamentari, visite presso le aziende calzaturiere dei parlamentari europei, azioni diplomatiche a tutti i livelli istituzionali sia in ambito locale che in quello italiano ed europeo, un coinvolgimento trasversale dei rappresentati politici nazionali e stranieri in seno al Parlamento Europeo ed alla Commissione Europea. Senza dimenticare – prosegue Santori – la raccolta delle firme per sollecitare l’adozione di questo regolamento, che fra le aziende del Fermano ha avuto un ottimo riscontro, e le 765 paia di calzature da bambino, di cui un gran parte prodotte da imprese nostre associate, consegnate agli europarlamentari per sensibilizzarli su questa tematica.


Insomma un lavoro di coordinamento per cui il Presidente Santori ringrazia “tutti i politici che si sono fattivamente interessati per raggiungere questo risultato. Ringrazio inoltre il Presidente Sagripanti e Arturo Venanzi, alla guida della nostra sezione calzature, per l’impegno che hanno profuso allo scopo di veder tutelati i nostri produttori di calzature e, fatto non secondario, i posti di lavoro: con l’adozione di questa regolamentazione verrà assicurata una maggiore protezione delle creazioni made in Italy e garantito un mercato del lavoro che, senza questo provvedimento, poteva subire degli effetti per nulla incoraggianti. Ora – conclude Santori – la vera guerra si combatterà all’interno del Consiglio dell’Ue, spaccato a metà fra favorevoli e contrari (fra cui la Germania che ha sempre osteggiato tale provvedimento). Per un accordo che possa dare reale esecutività al made in sono necessari il pressing e la diplomazia del Governo Italiano sull’esecutivo Ue: tutto questo potrà accadere in un periodo favorevole all’Italia, ovvero il semestre di turno di Presidenza italiana dell’Unione Europea dal 1 luglio. L’auspicio è che dopo questo secondo e essenziale step si possa cantare vittoria in modo più fragoroso”.

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Corriere Adriatico