OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SERVIGLIANO - È stata rinviata a giudizio davanti alla Corte d’assise di Macerata, Pavlina Mitkova, la 38enne accusata di aver ucciso un anno fa la figlia Jennifer nel sonno. Il processo partirà il 9 giugno.
Ieri mattina l’udienza preliminare al tribunale di Fermo, dove la donna di origine bulgara è comparsa, assistita dai suoi legali, gli avvocati Gian Marco Sabbioni ed Emanuele Senesi. Si sono costituiti parte civile sia il marito, Ali Krasniqi, difeso dall’avvocato Maria Cristina Ascenzo, che i tutori legali della sorellina di Jennifer. Nessun colpo di scena in aula. La difesa ha chiesto un supplemento di indagini al giudice ed una perizia sulla capacità di restare in giudizio dell’imputata. Entrambe le istanze sono state rigettate dal Gup. «Riteniamo – osserva l’avvocato Sabbioni – che ci siano ancora aspetti da approfondire perché rimangono dubbi sulla causa della morte.
La perizia
La capacità di intendere e volere della donna è stata confermata anche da una perizia effettuata da una struttura psichiatrica di Barcellona Pozzo di Gotto, dove la presunta killer è rimasta per alcune settimane del suo periodo di detenzione. La versione di Pavlina non è mai cambiata, è rimasta abbottonata nella sua prima dichiarazione di innocenza, anche se è acclarato che abbia appiccato dolosamente il fuoco quella notte nell’abitazione di Servigliano e non vi sono impronte né segni di effrazione a porte e finestre, insomma è da escludere che nell’appartamento, quella notte, sia entrato qualche estraneo.
La presenza
Come certo è che il papà di Jennifer, Ali Krasniqi, non fosse in casa in tutto l’arco orario in cui si ipotizza sia stata uccisa la piccola. Krasniqi era in aula ieri mattina. «Ha sofferto nel sentir ipotizzare una morte per cause naturali e ad ascoltare che si tentasse in qualche modo di coinvolgerlo nel delitto, quando ci sono prove evidenti, riprese di videosorveglianza e testimonianze ad accertare che non era presente all’ora e sulla scena del delitto» commenta l’avvocato Ascenzo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico