L'Inps risolve il caso dell'indennità sospesa

L'Inps risolve il caso dell'indennità sospesa
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FERMO - “In data odierna il direttore della direzione provinciale Inps di Fermo ha ricevuto la figlia del signor Ciro De Luca, Gilda, su appuntamento fissato telefonicamente dal direttore stesso. Alla signora è stato spiegato che la richiesta di indennità di accompagno era stata sospesa perché il padre si trovava ricoverato a titolo gratuito a carico del Servizio sanitario nazionale.




L’autocertificazione rilasciata dalla figlia, dalla quale si evince l’attuale stato di ricovero a titolo oneroso, regolarizza la documentazione per concedere un incremento della indennità di accompagno e non ovviamente l’erogazione di una nuova prestazione”.



E’ la dichiarazione dell’Inps che chiude una dolorosa vicenda che ha per protagonista un anziano malato, cieco, con un tumore e con entrambi i piedi amputati. A lui l’Inps non corrispondeva la giusta indennità di accompagnamento tanto che la figlia si è vista costretta a fare appello attraverso il Corriere Adriatico.



Ora la vicenda si chiude con il riconoscimento, da parte dell’Inps, del maltolto. “La sede di Fermo, in linea con le norme dettate sia dal Governo sia dalla Direzione Generale Inps – conclude il breve comunicato a firma del direttore Inps di Fermo, Giuseppe Doldo - provvede da sempre a minuziosi e rigorosi controlli medici specialistici e amministrativi per la tutela dell’Istituto e del cittadino”.



Non ne aveva dubbio la famiglia De Luca tanto che quando Ciro venne ricoverato in ospedale nel giro di pochissimo tempo arrivò subito la richiesta da parte dell’Istituto di restituzione delle due mensilità già erogate in suo favore. Ecco, appunto questa doppia velocità (velocissimi nel ricevere e magari sanzionare, e... “lentini” nel dare) secondo i familiari non era sinonimo di efficienza e di rispetto verso i contribuenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico