AMANDOLA - Sono state consegnate ieri mattina direttamente al Ministro dell'interno Angelino Alfano le oltre 350 firme raccolte sabato scorso ad Amandola contro la chiusura...
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Diversi gli esponenti politici, di tutti gli schieramenti, che hanno voluto presenziare all'iniziativa ed esprimere la propria posizione. C'erano tra gli altri il senatore Remigio Ceroni, i consiglieri regionali Letizia Bellabarba e Paolo Eusebi, l'assessore provinciale Adolfo Marinangeli.
Non poteva mancare naturalmente il sindaco Giulio Saccuti. Già nelle scorse settimane il pressing verso il governo centrale aveva portato all'invio di una lettera, firmata dal presidente della provincia Fabrizio Cesetti e dal segretario provinciale e regionale del Consap Amedeo Cerqua, per esporre le problematiche connesse all'eventuale chiusura di Amandola.
"Il distaccamento serve due province, è distante più i 50 chilometri dai rispettivi capoluoghi, in un'area con importanti stabilimenti industriali. Già nel 2000 si prevedeva un incremento fino a 18 unità del presidio proprio in considerazione della sua importanza. La nostra non è una rivendicazione localistica, ma una richiesta fondata su precise esigenze di un territorio che si vedrebbe privato della necessaria presenza dello Stato".
Nelle ultime settimane una mozione è stata presentata anche dal consigliere regionale Paolo Eusebi, chiedendo al governatore Gian Mario Spacca ed alla sua giunta di attivare tutte le misure di loro competenza.
Il segretario regionale e provinciale del Consap Amedeo Cerqua spera che l'incontro dei vertici nazionali della sua confederazione con il vicepremier Alfano possa sortire risultati tangibili.
"Il segretario nazionale Giorgio Innocenzi ha fatto sapere in una nota che avrebbe consegnato al ministro Alfano le nostre firme, come ulteriore testimonianza dell'opportunità di mantenere aperto il distaccamento di Amandola e di rivedere la riorganizzazione dei presidi di polizia. Con la manifestazione di sabato abbiamo semplicemente voluto ribadire la nostra convinzione e ci fa piacere che cittadini e rappresentanti delle istituzioni sostengano questa battaglia”.
“La preoccupazione è comune a tante persone che non vogliono vedere ridotti presidi che lavorano per la loro sicurezza. Abbiamo raccolto centinaia di sottoscrizioni in una mattinata, senza una particolare organizzazione. Se l'avessimo fatto per l'intera giornata, magari di domenica, non sarebbe stato difficile raggiungere numeri ben più alti, dato che parliamo di un tema molto sentito". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico