Urbanistica bollente Affondo degli architetti

Giovanna Paci e Andrea Tartuferi
FERMO - L’Ordine degli architetti della provincia di Fermo,...

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FERMO - L’Ordine degli architetti della provincia di Fermo, attraverso il presidente Giovanna Paci, firmano un pesantissimo j’accuse contro il Comune e contro la politica fermana. Parlando di “corsie preferenziali per certe pratiche ed alcuni tecnici”, gli architetti denunciano “aree progetto mai partite, piani particolareggiati non attuati, zone di completamento e convenzioni ritrattabili, assenza di un programma di riqualificazione del tessuto esistente ed interpretazioni delle norme differenti tra una gestione e l’altra”. Mettono in evidenza i danni causati dai “continui cambi di dirigenza nei settori urbanistica e lavori pubblici che penalizzano l’attività di un Comune”. Dulcis in fundo, accennando alla vicenda di via Respighi, pur non entrando nel merito delle beghe giudiziarie, fanno intendere di non apprezzare per niente eventuali scorciatoie “che ricordano - scrive Paci - tristi momenti della nostra storia urbanistica e rappresenterebbero l'ennesima disparità di trattamento per chi non è un grande gruppo commerciale e non può offrire posti di lavoro”. Gli architetti lamentano che “se si fosse manifestata l'intenzione di procedere con raziocinio e serietà lo si sarebbe potuto fare nel rispetto di tutta la cittadinanza, dei tecnici che soffrono al pari di molte categorie e delle piccole imprese del nostro territorio. Perché di fronte a minacce di ricorsi anche milionari è sempre e solo il cittadino a dover pagarne le conseguenze, mai i veri responsabili”. Ce n’è davvero per tutti. La presidente Paci insiste molto su quella che chiama “grave anomalia” tutta fermana. “I continui cambi di dirigenza nei settori urbanistica e lavori pubblici penalizzano l'attività di un Comune. E Fermo ne è la sacrosanta rappresentazione. Si può programmare qualcosa in una situazione dove, spesso, un dirigente si trova ad attuare uno strumento attuativo ideato dal suo predecessore? Per offrire una valida programmazione ed un sensato ed attento programma di sviluppo urbanistico, che non deve necessariamente essere inteso come reperimento di nuove aree edificabili, serve continuità. Se questa continuità non può essere garantita dalla logica alternanza della guida politica di un amministrazione deve, almeno, essere fornita dall'apparato dirigenziale".
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Corriere Adriatico