Violenze all’ospedale nel regolamento di conti tra bande: denunciata la gang che seminò il panico

Violenze all’ospedale nel regolamento di conti tra bande: denunciata la gang che seminò il panico
FERMO  - Raid in ospedale, denunciata la gang di irregolari che seminò il panico al Murri nove giorni fa. Due sono stati rimpatriati, gli altri sono in carcere. Erano...

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FERMO  - Raid in ospedale, denunciata la gang di irregolari che seminò il panico al Murri nove giorni fa. Due sono stati rimpatriati, gli altri sono in carcere. Erano in sei: ventenni, tunisini, egiziani e un italiano. Avevano seminato il panico tra le corsie del pronto soccorso, avevano ferito due agenti ed erano scappati con un ventenne ferito, che era stato ricoverato dopo essere stato accoltellato a Lido Tre Archi il giorno prima, giovedì 28 aprile.

 

Quel giorno erano stati ricoverati d’urgenza due tunisini, uno accoltellato e un altro rimasto invischiato nel regolamento di conti durato due giorni, in un crescendo di violenza. Due bande, una quindicina di nordafricani erano invischiati nella bagarre, solo i due feriti erano stati fermati, gli altri erano riusciti a sfuggire ai poliziotti. Il giorno dopo, venerdì 29, in sei erano andati all’ospedale per riprendersi il tunisino accoltellato e finire di regolare i conti. Il ventenne era stato sollevato di peso, con l’ago della flebo ancora nel braccio, i due agenti che lo piantonavano vennero aggrediti.

Uno della banda, ventenne, italiano, senza fissa dimora, girava con i guantoni da boxe. Gli agenti sono stati minacciati di morte ma hanno inseguito i delinquenti fino al parcheggio dell’ospedale. Ad attendere la banda c’era una vettura pronta a partire. All’interno un pitbull che è stato aizzato contro i poliziotti, rimasti feriti nella colluttazione. Il gruppo è scappato, inseguito dalla Squadra volante. Il cane, sguinzagliato una seconda volta in via Rubens, è stato bloccato, sequestrato e portato al canile. Arrestato nove giorni fa anche l’italiano con i guantoni da boxe, che era tornato al parcheggio per riprendere la vettura. Dentro c’erano una mannaia e tre coltelli lunghi più di 30 cm, l’italiano era stato arrestato per resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, denunciato alla Procura per possesso di armi in concorso e condotto in carcere.

Avviate le indagini, grazie alle telecamere dell’ospedale, alle testimonianze e alla Scientifica, sono stati individuati gli altri cinque della banda, identificati e denunciati alla Procura per lesioni aggravate, possesso ingiustificato di armi rinvenute, interruzione di pubblico servizio. Sono ventenni, tunisini ed egiziani, tre sono volti noti per le forze dell’ordine, hanno una sfilza di precedenti tra rapine, lesioni, spaccio, risse, furti, porto abusivo d’armi, ricettazione e danneggiamento. Due sono volti nuovi, incensurati, sarebbero le nuove leve della delinquenza. Partecipando al blitz si sarebbero messi in mostra, avrebbero dimostrato di essere in grado di rimpiazzare i vecchi sodali. Sono stati allontanati per essere rimpatriati nei rispettivi Paesi. 

 

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Corriere Adriatico