Plastica, gomme e vecchie tv abbandonati. Una discarica a cielo aperto vicino alla strada provinciale Paludi

La discarica abusiva sotto il cartello "Area videosorvegliata"
FERMO - C’è di tutto sotto il cartello che indica che la zona è videosorvegliata. Buste, vestiti, pezzi di plastica. Perfino un calorifero elettrico. Pochi...

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FERMO - C’è di tutto sotto il cartello che indica che la zona è videosorvegliata. Buste, vestiti, pezzi di plastica. Perfino un calorifero elettrico. Pochi passi e, appoggiata al muro, spicca una valigia rossa. Di fianco, ci sono due borsette. Dentro una scatola arrugginita, un televisore sfondato.

 

C’è una discarica a cielo aperto lungo la provinciale Paludi. Da tempo, una piccola traversa sterrata viene bersagliata di rifiuti abbandonati. Il punto è sempre quello.


I residenti
Chi vive da quelle parti si lamenta, ma le rimostranze cadono del vuoto. Anche perché, quando i rifiuti vengono rimossi, poco dopo la situazione torna daccapo. Quello a due passi dal ponte dell’autostrada è solo uno dei tanti punti presi di mira dagli incivili che, come niente fosse, si disfano di qualsiasi cosa. Se il mucchio di gomme comparse da sera a mattina vicino alla chiesa di San Marco è sparito, non si può dire la stessa cosa della sfilza di sacchetti che punteggia la scarpata a lato della provinciale 9, direzione Torre San Patrizio. Anche qui c’è un cartello. “Divieto di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti. Rispetta l’ambiente! Area sottoposta a videosorveglianza”, c’è scritto. Ma sembra non scoraggiare chi, sfrecciando in auto, abbassa il finestrino e si libera dell’immondizia. Che finisce sul prato o incastrata in mezzo al canneto, lì sotto.

 


La zona
Dall’altra parte, verso Monte Urano, sotto un albero, c’è una vecchia tv. Vicino, sacchetti rotti da cui è uscito di tutto. Bottiglie, piatti di plastica, secchi. Uno scempio in mezzo al verde. Le zone critiche sono sempre quelle. C’è la Lungotenna versante Campiglione che, però, ultimamente sembra passarsela un po’ meglio. E la Lungotenna tra Servigliano e Belmonte che, invece, soffre. La strada che da Piane di Montegiorgio va a Francavilla d’Ete. E Monte Cacciù. La collina tra Fermo e Porto San Giorgio, che, col bel tempo offre una vista che è uno spettacolo, resta uno dei punti preferiti dagli incivili. Che ci abbandonano di tutto. Dagli scarti edili ai vestiti, dai giocattoli ai mobili. Un paio d’anni fa, su uno slargo, era stato lasciato un carico di eternit. Ci rimase per un bel po’. La gatta da pelare, con costi annessi, di portarlo via e smaltirlo, non voleva prendersela nessuno. Alla fine, fu tolto. Gli stessi Comuni non fanno a gara a ritirare gli abbandoni e il problema resta nonostante la buona volontà dei cittadini che, ogni tanto, si armano di guanti, sacchetti e mascherine e setacciano spiagge, strade e parchi.


Il lockdown


Un’emergenza che il Covid non ha fiaccato. Che aveva perso vigore nei mesi di lockdown, per poi tornare con la stessa intensità, se non maggiore. Comportamenti incomprensibili ai più. E inaccettabili. Perché – ci si chiede – prendersi la briga di caricare in macchina di tutto e abbandonarlo in giro, magari rischiando pure di essere beccati, quando quello di cui ci si vuole disfare si potrebbe tranquillamente portare negli ecocentri comunali o addirittura vederselo ritirato sotto casa? Perché il rispetto per l’ambiente, che è di tutti, per qualcuno non vale niente? Domande che restano senza risposta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico