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FERMO - Una strana epidemia ha colpito gli addetti del centro prenotazioni uniche a Fermo, tutti in malattia giovedì scorso salvo una donna. Assenze che fanno pensare male al comitato per la sanità fermano. Questo gruppo, che si è costituito per dare voce alle istanze dei residenti, ieri ha radunato la stampa in piazza del Popolo per far emergere le criticità e discuterne. Nella speranza di risolvere i problemi.
Il numero
Sono cinque gli sportelli Cup a Fermo, il sesto è per accettazioni e ricoveri. Possibile che il sistema sia andato in tilt? «Abbiamo segnalazioni di utenti che si sono rivolti al Cup - dicono Bruno Nepi e Giuseppe Diomedi -: tutti segnalano disservizi e giovedì, addirittura, era aperto uno sportello su cinque (ieri tre, ndr).
I timori
«Sospettiamo ci sia un disagio nell’organico – dicono –: a noi non interessa chi è o non è in malattia, ci interessa solo che il servizio funzioni». Il virus piombato su un sistema già fragile l’ha terremotato. A un apparato pubblico in difficoltà se ne accosta uno privato indubbiamente valido, ma chi vuole curarsi deve pagare. A questo punto a che servono le tasse per mantenere il servizio sanitario pubblico? Questa la domanda che si pone il comitato. Ideale, secondo Nepi e Diomedi, sarebbe di far collaborare pubblico e privato, con convenzioni ad hoc. «E’ difficile accedere alle prenotazioni e i tempi per le visite sono lunghissimi, a questo punto perché non valutare l’idea di convenzioni con ambulatori privati per garantire comunque il servizio pubblico? – domandano Nepi e Diomedi - Per risolvere il gap al pronto soccorso l’ospedale si è rivolto alle coop, perché non rivolgersi agli ambulatori privati per fare le Tac? Le malattie evolvono, non vanno trascurate». A rapporto con il comitato c’è stata anche Moira Canigola, sindaco di Monte Urano e presidente della Provincia. I primi cittadini, rimarcano i due, non conoscono bene i tanti problemi della sanità.
I sindaci
Alla Conferenza dei sindaci se ne sono ritrovati in 6. Il comitato non può contare neanche sul rapporto con il dirigente d’Area vasta Roberto Grinta: «Ci aveva chiesto se poteva darci del tu ma non vuole riceverci, noi portiamo la voce dei cittadini, non la nostra, e ci dispiace che non voglia rapportarsi con noi. Non è possibile che non trovi un’ora di tempo». Inutile anche confidare sul nuovo nosocomio per risolvere le magagne: «Sono sette campagne elettorali che sentiamo parlare dell’ospedale di Campiglione» la chiosa.
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Corriere Adriatico