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FERMO - “Comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio”. Mittente: Agenzia delle entrate. È il titolo delle lettere, certo non proprio un regalo di Pasqua, che da una decina di giorni hanno iniziato ad arrivare a migliaia di cittadini in tutta Italia, che al 1° febbraio scorso non erano in regola con l’obbligo vaccinale per i maggiori di 50 anni. Difficile stabilire un numero certo degli inadempienti. Secondo i dati ufficiali alla vigilia dell’avvio dell’obbligo, a fine gennaio, erano circa 54mila i non vaccinati nelle Marche, 7.428 quelli nel Fermano.
I dubbi
Ma è una cifra da prendere con le molle, anche perché sono molti quelli che non si aspettavano minimamente di ricevere questa comunicazione.
Le modalità non sono delle più snelle. I destinatari delle lettere debbono inviare una pec, oppure una raccomandata, o consegnare a mano la documentazione all’ufficio protocollo dell’area vasta competente. E questa è la parte più semplice. C’è pure l’obbligo, indicato nella lettera, di dare notizia ad Agenzia delle entrate di aver inviato ad Asur formale contestazione della sanzione.
Cioè bisogna “comunicare di aver comunicato”. E serve farlo andando in un sito web dedicato, al quale si accede tramite Spid o Carta d’identità elettronica. Facile immaginare insomma il caos di questi giorni. La sanzione ha sorpreso diverse persone. In particolare, sono molti i vaccinati all’estero ad aver ricevuto la comunicazione, probabilmente perché questa non è mai stata formalmente registrata sulla piattaforma del Ministero della salute. Anche diversi esenti per certificati motivi di salute hanno ricevuto la lettera.
Le contestazioni
Altri cittadini che non si aspettavano di dover pagare sono quelli che avevano effettuato le prime due dosi, ma al 1° febbraio non avevano ancora ricevuto la terza, pur rientrando, a livello di tempistiche, tra coloro che potevano riceverla. Sono in molti, poi, quelli che si sono vaccinati nei primi giorni di febbraio, poco dopo l’entrata in vigore dell’obbligo per gli over 50.
Un ritardo minimo che va giustificato, per non trovarsi costretti a pagare. Insomma, i dubbi sono tanti e anche i disagi, che per paradosso arrivano in un momento in cui si stanno a mano a mano allentando i controlli e i vincoli legati al Covid e la fase dell’emergenza, almeno per ora, appare superata.
La palla a questo punto passerà agli uffici Asur, all’Ufficio igiene e sanità pubblica, che avrà 10 giorni, una volta ricevuta la comunicazione dai cittadini, per scrivere all’Agenzia delle entrate ed indicare i nominativi di coloro che non sono tenuti a pagare, perché la documentazione fornita dimostra l’insussistenza dell’obbligo vaccinale, oppure l’avvenuta vaccinazione.
Nei successivi 180 giorni sarà la stessa Agenzia ad inviare il vero e proprio avviso di addebito da 100 euro, contro il quale si può presentare ricorso al giudice di pace. Che ne costa 43.
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