Ex istituto d’arte e Casina Restyling con i cittadini

Ex istituto d’arte e Casina: restyling con i cittadini
FERMO -  Fermo riscopre il suo passato. Lo fa grazie all’associazionismo. Ex studenti, studiosi e semplici cittadini che non ci stanno a veder andare in malora palazzi...

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FERMO -  Fermo riscopre il suo passato. Lo fa grazie all’associazionismo. Ex studenti, studiosi e semplici cittadini che non ci stanno a veder andare in malora palazzi e monumenti storici. Come l’associazione Demos che ha preso a cuore le sorti della Casina delle Rose, l’ex hotel del Girfalco che il Comune ha messo in vendita. La scadenza del bando, prevista per il 1° agosto, è stata posticipata al 15 settembre, ufficialmente per «ampliare la platea dei potenziali soggetti interessati all’acquisto».

 

 

 

Nel caso l’avviso andasse deserto, il secondo bando scadrà il 17 ottobre. Nel frattempo, Demos ha diffidato il Comune a proseguire sulla strada della vendita, ha segnalato la situazione alla Soprintendenza e ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Fermo e uno alla Corte dei Conti di Ancona. «Abbiamo tentato in ogni modo di coinvolgere il Comune per ragionare insieme sul futuro della Casina, senza riuscirci. Siamo disposti a ritirare le denunce-querele, nel caso ci fosse un’apertura. Altrimenti, saranno gli organi competenti a fare quello che devono», dice il presidente di Demos, Carlo Di Marco.


L’ex istituto di arte
Diverso esito per Palazzo Preziotti, ex sede dell’istituto d’arte. Il Comune ha stanziato 700mila euro per mettere in sicurezza e ristrutturare l’edificio di corso Cavour. In disuso da una trentina d’anni, una volta rimesso a nuovo, ospiterà un museo di arte contemporanea e dei laboratori. «Finalmente, Fermo avrà la sua casa dell’arte, aperta alla città», spiega il presidente degli ex alunni del “Preziotti”, Massimiliano Berdini. Da tempo, l’associazione si batte per riqualificare l’ex sede della scuola. Quando, anni addietro, si ragionava sull’ipotesi di trasferirci l’Agenzia delle entrate, recuperò il lascito di Umberto Preziotti, fondatore dell’istituto, «che destinava l’immobile ad uso culturale».

«Abbiamo tantissime opere di arte contemporanea prodotte dal 1959 da allievi e insegnanti. Molte sono a scuola, in situazioni precarie. È prioritario avere un luogo dove conservarle ed esporle», dice Berdini. Altro fronte e altro gruppo di ex studenti in fermento. Quelli della “Fracassetti” hanno costituito un comitato per recuperare la tomba di Giuseppe Fracassetti, fondatore della scuola fermana. «È in uno stato di indecenza, tenuta da fascette di plastica e a rischio crollo. Dopo due appelli andati a vuoto, nel 2010 e nel 2018, abbiamo deciso di costituire il comitato», spiega il portavoce Pasquale De Angelis. Che, reduce dal recupero del busto di Ippolito Langlois, assieme agli ex allievi dell’Itt “Montani”, ha coinvolto gli ex compagni di scuola in questa nuova sfida. Progettato dall’architetto senese Giuseppe Partini, il monumento funebre si trova nel cimitero comunale. È a forma di edicola votiva con base quadrata. È sorretto da quattro colonne a spirale che culminano in una piramide. In basso ha uno scalino di travertino. Per realizzarlo, sono stati usati sei tipi di marmo. La parte intermedia è in marmo nero, il resto in marmo bianco.


L’obiettivo


L’obiettivo è raccogliere fondi per recuperarlo e far conoscere, attraverso concorsi dedicati alle scuole, la figura di Fracassetti. La somma stimata per sistemare la tomba è di ventimila euro: «diecimila contiamo di raccoglierli con le donazioni di ex studenti, aziende, enti, associazioni e cittadini del Fermano. I restanti è doveroso che li trovino il Comune di Fermo e la Fondazione Carifermo», spiega Fabio Galeffi, che fa parte del comitato. Per ottenere donazioni anche da fuori, sarà attivata una raccolta su una piattaforma di crowdfunding.

 

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Corriere Adriatico