«La Casina delle Rose svenduta». Italia Nostra presenta un dossier: ecco i contenuti

«La Casina delle Rose svenduta». Italia Nostra presenta un dossier: ecco i contenuti
FERMO  - «Dispiacere e sconcerto». Sono i sentimenti che Italia Nostra vuole condividere in riferimento alla vicenda dell’alienazione della “Casina...

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FERMO  - «Dispiacere e sconcerto». Sono i sentimenti che Italia Nostra vuole condividere in riferimento alla vicenda dell’alienazione della “Casina delle Rose”. Lo scorso 15 settembre, infatti, l’associazione aveva protocollato negli uffici comunali una formale richiesta di informazioni e chiarimenti in merito alla procedura di alienazione, sollevando alcune «importantissime questioni» si legge in una nota. Si chiedeva, insomma, chiarezza, sia sul piano tecnico che su quello riguardante scelte così importanti e di interesse collettivo. Domande alle quali non è mai arrivata risposta.

 

Le motivazioni


«Dispiace - dice ancora l’associazione - anche che non si sia tenuto conto dei principi portati avanti dalle Associazioni, delle opinioni di una parte dell’opinione pubblica, delle richieste della minoranza consiliare e del consiglio comunale tutto, nei riguardi di una questione che di fatto consegnerà per sempre al privato un bene simbolo del Girfalco, del centro storico e dell’intera città». Insomma lo sconcerto è dovuto al fatto che si vada comunque avanti, senza nemmeno valutare delle possibilità alternative e che non si sia minimamente presa in considerazione la possibilità di sospendere la vendita in attesa dei necessari approfondimenti. Italia Nostra, comunque chiedeva lumi circa Il Piano Particolareggiato approvato nel 2004 che «prevede la “realizzazione di due piani entro terra (seminterrato e interrato), la completa demolizione e la successiva ricostruzione dei solai di piano allo scopo di poter utilizzare l’altezza interna del fabbricato inserendo un ulteriore piano. Inoltre come mai - se i Piani Particolareggiati, di norma, hanno durata decennale, quello utilizzato trova attuazione dopo 20 anni dalla sua approvazione.

Ancora chiedava Italia Nostra: «Il Piano Regolatore dichiara la presenza dei vincoli paesaggistici, pertanto il progetto andrà nuovamente sottoposto alla Soprintendenza Regionale. In che situazione si troverebbe il Comune, che ha basato la vendita dando per scontata la possibilità di realizzare completamente le opere?». Come dal bando e da Piano Particolareggiato si costituirebbe insomma, in favore dell’acquirente, servitù di passaggio carrabile e pedonale sul viale di tigli fiancheggiante la Casina, dal piazzale antistante Villa Vinci fino allo chalet. Si vuole quindi consentire di distruggerlo per realizzare una rampa di accesso al piano interrato transitabile anche con veicoli? E Che fine faranno gli alberi (di cui uno monumentale). Ma non è finita qui: «Per quale motivo - obietta Italia Noatra - è stato dato incarico all’Agenzia Entrate di effettuare una seconda stima per l’immobile?». 


La scelta


La scelta di realizzare un piano seminterrato ed uno interrato d’altra parte non sarebbe compatibile con il substrato archeologico della zona «ma la motivazione addotta dall’amministrazione per giustificare la vendita - chiude Italia Nostra - fa riferimento alle difficoltà dell’edilizia che sono sotto gli occhi di tutti, ma non si può basare una decisione così importante per il futuro della città sulla situazione contingente. La città merita ben altro». 


L’affondo


Affronta la vicenda anche sul profilo sociale, economico e culturale invece Renzo Interlenghi capogruppo di Fermo Capoluogo. «Domani si compirà la volontà di chi, realmente, governa la città di Fermo, capoluogo della Provincia più povera delle Marche. La città che si appresta a svendere la Casina delle Rose, prossimamente la Solgas, per introitare misere somme. Avevo chiesto a tutta la sinistra di essere uniti nell’ultima tornata elettorale. Così non è stato. Anche in tale scelta vi è una responsabilità. Grazie a questi innumerevoli errori la bellezza della nostra città, il suo ricco patrimonio, è in vendita e il ricavato basterà a pagare a mala pena le prossime bollette».

 

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Corriere Adriatico