E' ancora allarme a Lido Tre Archi, magrebino accoltellato: I residenti: «Adesso basta»

E' ancora allarme a Lido Tre Archi, magrebino accoltellato: I residenti: «Adesso basta»
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FERMO  - Torna l’allarme a Lido Tre Archi. Il giorno di festa, quello del Primo Maggio, è stato macchiato da un episodio violento che ha fatto riaccendere i riflettori sul quartiere a poco più di un mese dalla sparatoria da Far West di fine marzo. Lunedì pomeriggio intorno alle 18 un trentenne magrebino è stato accoltellato all’addome in via Mattarella.

 

Un’aggressione che sarebbe frutto di un regolamento di conti ma stavolta non è chiaro se si tratta di un fatto collegato al mondo della droga o meno. Il giovane straniero è stato soccorso dal 118 e dalla Croce Verde di Porto Sant’Elpidio. Viste le ferite i sanitari hanno allertato l’eliambulanza e lo hanno trasportato all’ospedale Torrette di Ancona, dove è ricoverato in chirurgia. La sua prognosi fino a ieri non era stata ancora definita ma non è in pericolo di vita.


Le indagini 


I militari hanno subito avviato le indagini. Si procede a tutto campo, approfondendo vari aspetti e non ci sono, al momento, elementi di fatto riconducibili a regolamenti di conti, sebbene siano probabili. Certamente gli inquirenti cercheranno testimonianze dell’accaduto e soprattutto proveranno a capire se qualche dettaglio o indizio in più potrà arrivare dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. 
Piove sul bagnato nel Fermano, che non si è ancora ripreso dalla sparatoria di fine marzo che aveva gettato nel panico intere famiglie nel quartiere, con un tunisino rimasto ferito alla coscia in un contesto di rivalità tra bande albanesi e magrebine per il mercato della droga.

Esasperati i residenti di Lido Tre Archi, il comitato di quartiere, l’associazione dei proprietari di immobili, il sindacato di polizia che lamenta i turni massacranti degli operatori in servizio. Manca il personale e, in certe condizioni, diventa insostenibile occuparsi di sicurezza. Sempre più difficile, per le divise, stare dietro alla criminalità che avanza. Senza trascurare le aggressioni alle forze dell’ordine, gli ultimi due poliziotti feriti durante un arresto risalgono a un mese fa. Tuttavia bisognerà correre ai ripari in vista dell’estate dato che la situazione potrebbe peggiorare in virtù del flusso di turisti che porterà il quartiere a moltiplicare il numero delle presenze e in virtù anche dei pensionamenti degli operatori (si perderanno circa 15 agenti). Da anni i residenti segnalano il livello di delinquenza raggiunto a Tre Archi. 


Lo sfogo


«Siamo delusi» dice Gabriele Voltattorni, portavoce del comitato Corta che da più di due anni chiede un presidio fisso di polizia e verifiche nelle abitazioni in affitto: «Siamo delusi perché, nonostante i controlli, alla fine non cambia niente, i criminali stanno sempre qui e spacciano, si accoltellano, fanno e disfanno in barba a tutto, oltre al fatto che manca il personale». Renzo Paccapelo presidente Confabitare, già aveva fatto sapere nei giorni scorsi dell’intenzione di farsi promotore di un’iniziativa per coinvolgere i tre principali comuni della costa fermana: Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e Fermo, per trovare una risposta coordinata a un problema comune. Ha deluso il patto per la sicurezza sottoscritto nel 2020 tra il sindaco Paolo Calcinaro, il referente del comitato Corta Gabriele Voltattorni, Renzo Paccapelo ed Erminia Fidanza per Confabitare, Ugo Ciarrocchi vicepresidente Sos Utenti. Si era arrivati alla firma del memorandum il 5 giugno, che fissava il cammino da intraprendere per la sicurezza a Tre Archi, si parlava già allora della necessità di un delegato alla sicurezza, di un presidio interforze in via Moro, di Daspo urbano e controllo di vicinato con telecamere funzionanti. Nonostante l’impegno, le misure finora intraprese non hanno dato i risultati sperati.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico