FERMO - Strada chiusa, sbarrata. Non una stradina di campagna, secondaria, di quelle in cui transitano poche auto... No: ad essere chiusa a causa dei crolli è la strada...
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A farsi portavoce della protesta è Renato Malloni, ex consigliere comunale di Fermo. «Dopo circa due mesi dalla chiusura totale della Strada Provinciale Lungotenna a causa della piena del fiume, sembra che da lunedì (domani, ndr.) inizieranno i lavori! Dei tre punti in cui il fiume ha eroso la strada, solo in un punto è previsto che si intervenga: e il resto a quando?».
I responsabili, secondo Malloni, «sembra non si rendano conto del disagio e del danno diretto causato a tutti gli utenti della strada e sopratutto a quei cittadini che vi risiedono e gestiscono attività commerciali e agricole. La vendita diretta di vino dell’azienda biologica che si trova lungo la strada provinciale in questione, un tempo florida, ha subito una riduzione delle vendite dell’80% negli ultimi due mesi. I residenti sono costretti a fare giri lunghissimi per raggiungere le case. Il traffico che prima era notevole data l’importanza di questa strada che assorbiva il traffico da e verso Monte Urano, Campiglione, Grottazzolina, S.Marco e Casabianca, si riversa sulla Strada Faleriense già intasata per suo, conto provocando continui intasamenti e ritardi soprattutto a tutti gli operai che la usavano per recarsi al lavoro. Gli agricoltori e i contoterzisti sono costretti a giri di oltre 10 chilometri - segnala ancora Malloni - di percorrenza in più con relativo consumo, pericolo ed inquinamento ambientale. L’intervento per ora previsto, con una disponibilità inferiore ai 40mila euro, non risolve nulla e sopratutto non premette di restituire la strada alla viabilità necessaria. E a noi cittadini che paghiamo le passe più alte d’Europa chi ci pensa? Chi ci risarcisce dei danni? Sollecitiamo tutti i cittadini a mobilitarsi per sensibilizzare che di dovere». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico