A Fermo è scontro sulla Steat, il presidente Ceroni non ci sta: «Quel parco lo voleva vendere anche Alessandrini»

A Fermo è scontro sulla Steat, il presidente Ceroni non ci sta: «Quel parco lo voleva vendere anche Alessandrini»
FERMO - «Meraviglia che esponenti blasonati abbiano svolto la loro attività in modo distratto». Così il presidente della Steat Remigio Ceroni replica...

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FERMO - «Meraviglia che esponenti blasonati abbiano svolto la loro attività in modo distratto». Così il presidente della Steat Remigio Ceroni replica all’interrogazione, firmata dai consiglieri provinciali del Pd Aronne Perugini e Stefano Pompozzi di cui abbiamo riferito nell’edizione di ieri. I due hanno contestato le recenti dichiarazioni di Ceroni circa la situazione debitoria della società e la possibile vendita del patrimonio immobiliare della società.

 


Il caso


«Abbiamo esposto lo stato della situazione e l’impegno che il Cda sta portando avanti per rimettere a posto i conti – esordisce l’ex parlamentare –. Evidentemente, Perugini e Pompozzi non sanno che il debito sulle spalle della Steat ammonta, dato di giugno 2022, a 12.209.678 euro, risultante da contratti di mutuo e leasing. Alcuni mutui tra l’altro sono variabili e, come sappiamo, in questa fase i tassi sono in aumento. Probabilmente non sanno che i beni immobiliari dell’ente, come il deposito all’area Santa Lucia, quello di Porto Sant’Elpidio ed il terreno di Monte Cacciù sono tutti ipotecati. Al di là dell’utilizzo discutibile, per certi versi inquietante, di questo indebitamento, va valutato il parametro della sostenibilità. Il fatturato di Steat è inferiore a 10 milioni di euro e qualunque azienda con un debito superiore al fatturato avrebbe una grande preoccupazione».


I numeri


Il presidente della Steat ricorda che nell’ultimo decennio sono stati pagati oltre 1,5 milioni di euro di interessi, «un macigno per la società». Dopo i chiarimenti sul bilancio, Ceroni tocca l’ipotesi di vendita del terreno di Monte Cacciù che ha sollevato proteste da più fronti, anche da parte degli ambientalisti. «Ora si grida allo scandalo, ma forse i consiglieri provinciali erano distratti quando l’ex presidente Fabiano Alessandrini pubblicava un primo avviso di vendita ad ottobre 2019 ed un secondo a luglio 2020, entrambi deserti perché il valore della stima era insensato. Ora si paventa una speculazione, ma è agli atti una lettera di Alessandrini al Comune di Fermo con richiesta di variante al Prg per trasformare il terreno in zona turistico recettiva».


Il dubbio


Ceroni chiede e si chiede: «Perugini e Pompozzi lo sapevano? Quello che faremo noi è una nuova stima dell’area, certamente inferiore a quello attualmente messo a bilancio. Vediamo se con valori più congrui si troverà qualche acquirente. Il da farsi lo stabiliremo d’intesa con la Provincia, il Comune di Fermo e gli altri Comuni soci. Resta il fatto che lo statuto aziendale è chiaro: la mission di Steat è occuparsi di trasporto pubblico e noleggio mezzi, non di gestire parchi. Siamo all’abbecedario della politica». Il presidente Steat, in conclusione, assicura «che condurremo l’azienda con una guida attenta ed oculata, senza toccare i servizi, anche con l’impegno a migliorarli, ed a rinnovare il parco mezzi. Abbiamo effettuato inoltre assunzioni per incrementare i noleggi con conducente». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico