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FERMO - Presidio di polizia a Tre Archi, lo chiedono il comitato dei residenti Corta, l’associazione dei piccoli proprietari di casa Confabitare e Omnia Casa i cui referenti Gabriele Voltattorni, Renzo Paccapelo e Silvia Iommi hanno dato appuntamento alla stampa al Caffè Belli di Fermo.
I protagonisti
Erano presenti Renzo Interlenghi, di Fermo Capoluogo, e Stefano Fortuna, dei 5 Stelle. Ma un presidio non basta. Il comitato e le due associazioni rappresentano un movimento che nasce dal basso. La richiesta è di accendere i riflettori su Tre Archi, non solo sullo spaccio, le occupazioni e la piccola delinquenza, ma anche sui giri di denaro alla base della dilagante illegalità. A partire dall’acquisto all’asta, a 9mila euro, di appartamenti del valore di 150mila euro. Bisognerebbe andare a fondo sulla catena migratoria e le etnie che più destano allarme sociale. Corta, Confabitare e Omnia Casa vorrebbero partecipare al dibattito per la distribuzione dei fondi in base al nuovo progetto Fami, da finanziare con il fondo asilo, migrazione, integrazione.
I timori
«L’inerzia regna sovrana – dice Iommi –: da 14 anni amministro palazzine, alcune si sono ripulite ma la parte vicina a Porto Sant’Elpidio è un covo di malviventi.
Anche l’appartamento della donna sbranata dai cani è stato svaligiato in sua assenza. «A che punto siamo arrivati?». Voltattorni parla delle troppe offerte d’ospitalità a chi è agli arresti domiciliari: «Parliamo di 30 persone con picchi di 50! Non è legale, chi mette a disposizione gli appartamenti?» Si parla di appartamenti intestati a teste di legno, di speculazioni e di cani da combattimento. «A noi dell’arrampicata non ce ne importa niente - dice Voltattorni -: vogliamo il presidio fisso di polizia». A proposito di appartamenti e speculazione: «Chi segnala i locali? Chi sono i proprietari? L’istituto Vendite giudiziarie dovrebbe controllare». «Vorremmo che il prefetto ci ascoltasse - dice Paccapelo - in tutta Italia i prefetti ascoltano i cittadini e incontrano la parte viva della società. I residenti andrebbero ascoltati perché sono loro a denunciare le storture».
La politica
Interlenghi rimarca che «il sindaco non può dire che va tutto bene e al contempo presentare una relazione per attingere ai fondi della riqualificazione descrivendo tutti i problemi che abbiamo oggi elencato. In campagna elettorale il sindaco pubblicizzò l’accordo con il comitato, garantendo il pugno duro, ma non bastano i blitz a risolvere i problemi, c’è bisogno di qualcuno che garantisca la tranquillità e la pace». Fortuna dice che i comitati vanno ascoltati e sottolinea «appoggio pieno a questi movimenti dal basso, che sono trascurati dall’amministrazione. Tutti i problemi di Tre Archi sono rimasti invariati». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico