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FERMO Le recenti reazioni violente ai controlli delle forze dell’ordine tengono accesi i riflettori su Lido Tre Archi e sulla battaglia quotidiana per garantire la sicurezza del quartiere. C’è chi invoca un intervento normativo che garantisca pene severe e chi chiede di affrontare il problema come una vera emergenza.
Sotto la lente gli affitti di abitazioni e i legami con la criminalità organizzata. Renzo Paccapelo di Confabitare, spesso critico sulla risposta delle istituzioni al problema sicurezza, spera che «quanto accade a Tre Archi sia affrontato prendendo atto della gravità della situazione, chiediamo che il tema sia affrontato a livello nazionale. Ci sono territori ormai letteralmente presi in ostaggio, un’infezione che colpisce tutto il litorale e nuoce alle attività economiche».
La strategia
Per Paccapelo «è tempo di prendere atto che i fenomeni di violenza e spaccio sono addentellati alla criminalità organizzata, ci sono clan che soprintendono certi meccanismi.
Paccapelo torna ad evidenziare anche la presenza di soggetti accompagnati da cani da combattimento, «quando c’è una specifica ordinanza ministeriale per la tutela dall’aggressione di cani, che vieta la detenzione di razze potenzialmente pericolose a soggetti pregiudicati e delinquenti abituali. Una misura che invece viene puntualmente disattesa». Invece per Luciano Romanella, consigliere comunale della Lega, «possiamo spendere fiumi di parole ed inchiostro su Lido Tre Archi, ma di fatto la risposta può arrivare solo dalla politica, attraverso un intervento normativo che garantisca pene certe. Il tunisino che ha aggredito gli agenti e sfasciato un’auto della polizia è già fuori. Questo nonostante le forze dell’ordine abbiano fatto ancora una volta un eccellente lavoro. Se questo accade non è neanche colpa dei giudici, ma di un sistema che permette, magari per un cavillo, di uscire dopo qualche ora. Una sconfitta dello Stato e una mortificazione per chi lo difende».
Le operazioni
Appena qualche mese fa, arresti e sequestri del patrimonio di soggetti dediti allo spaccio avevano fatto sperare in una svolta totale per il quartiere. Il problema, secondo Romanella, è che «c’è un ricambio continuo. Quel gruppo di criminali che sembrava pressoché debellato si è rigenerato in poco tempo. Per qualcuno che è andato altrove o è stato arrestato, sono arrivati altri affiliati. Non sono persone che dormono all’addiaccio, ma gente che prende possesso di appartamenti. Un’azione di verifica servirebbe anche sotto questo aspetto. Ci sono abitazioni senza proprietario da lunghi anni che sono rimaste intestate ad istituti bancari, ormai abbandonate a loro stesse e che vengono facilmente occupate. Eppure non sarebbe difficile affittare questi appartamenti a gente normale, perché a Tre Archi c’è una disponibilità di appartamenti di piccole dimensioni e a prezzi contenuti, che non si trovano in altre località, sono adatti a persone sole che cercano casa e potrebbero trovare facilmente degli inquilini».
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