Fermo, numerosi sfollati sulla costa «Fateci tornare nelle nostre case​»

Fermo, numerosi sfollati sulla costa «Fateci tornare nelle nostre case »
FERMO - Il terremoto è tornato a farsi sentire. Martedì notte una scossa di magnitudo 4 ha fatto tremare l’entroterra maceratese. Paura per chi finalmente era...

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FERMO - Il terremoto è tornato a farsi sentire. Martedì notte una scossa di magnitudo 4 ha fatto tremare l’entroterra maceratese. Paura per chi finalmente era rientrato a casa e preoccupazione per chi dovrà farlo entro qualche mese.


Sulla costa, l’accoglienza degli sfollati sta infatti volgendo al termine. A Porto Sant’Elpidio gli ultimi ospiti dell’Holiday hanno lasciato la struttura alla fine dello scorso anno. Centro nevralgico dell’ospitalità post sisma, nel periodo più critico, il campeggio ha accolto fino a seicento terremotati. Proroga dopo proroga, il Governo ha deciso di prolungare ancora l’emergenza, dando alle strutture ricettive la possibilità di alloggiare gli sfollati per altri sei mesi, cioè fino a fine agosto.

Alle Mimose di Porto Sant'Elpidio, ad esempio, al momento ce ne sono 70. Qui incontriamo Damiano Cesari. Falegname trentaseienne di Pievebovigliana, è arrivato il 27 ottobre 2016 insieme alla famiglia. «Siamo stati un anno all’Holiday – riferisce – poi siamo venuti qui. Ho cercato lavoro, ma non ho trovato niente. Esco, passeggio e ogni tanto torno al mio paese per vedere la situazione. La nostra casa si trova nella zona rossa del paese. Per questo abbiamo fatto richiesta di una casetta. Ci hanno detto che sarà pronta per giugno. Non vedo l’ora di tornare a casa. Qui mi sento come un pesce fuor d’acqua», dice.

Molto nutrita anche la presenza al Charly, sulla statale Adriatica, a Lido di Fermo. Qui gli ospiti, fra cui molti anziani, aspettano di poter tornare nelle loro case o, se non è possibile sistemarle, nelle casette in corso di allestimento. La titolare Conney Punzi ricorda l'impegno per l'accoglienza e rilancia l'appello: lei è disponibile ad accoglierli anche per molti altri mesi.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico